ANNO 25 n° 107
Camilli: ''Il mio Comune è parte lesa''
Il sindaco di Grotte di Castro: ''Di eventuali irregolarità se ne occuperà
chi di dovere. Di certo se avessero preso dei soldi avrei cacciato tutti''

GROTTE DI CASTRO – ''In questa vicenda il Comune di Grotte di Castro è parte lesa, non c’è passaggio di denaro quindi non esiste corruzione. Altrimenti, se ci fosse stata, i tecnici coinvolti li avrei cacciati subito''. Sempre chiaro e diretto, il sindaco di Grotte di Castro, Piero Camilli, commenta così il coinvolgimento dell’amministrazione di cui è a capo nell’operazione Led, condotta da carabinieri e corpo forestale, che mercoledì scorso ha portato all’arresto di tre persone e a sette avvisi di garanzia con l’accusa di concorso in turbativa d’asta.

 

Nel mirino degli investigatori sono finite tre gare d’appalto bandite dai Comuni di Civita Castellana, Villa San Giovanni in Tuscia e, appunto, Grotte di Castro per la manutenzione di impianti termici e di illuminazione pubblica. Tutti e tre gli appalti sono stati vinti dalla Cpm Gestioni termiche srl, con sede operativa a Recanati e sede legale a Terni, i cui vertici sono finiti ai domiciliari.

 

Il sindaco Camilli è dispiaciuto che il Comune, che sotto la sua gestione viene spesso considerato esempio virtuoso di amministrazione pubblica che funziona, sia finito nell’inchiesta, ma ribadisce che Grotte è parte lesa e ricostruisce i passaggi della gara attenzionata dagli inquirenti. ''Ho visto le carte questa mattina – afferma -, a Grotte è stata fatta una gara ad evidenza pubblica per l’illuminazione e gli impianti termici, la cui documentazione era disponibile on line. Il contratto ha durata quinquennale per un importo di 35mila euro all’anno. Hanno risposto tre ditte, ma dovevano essere almeno cinque, quindi due sono state invitate. Al dunque alcune di queste, tra cui aziende di Viterbo, neanche si sono presentate e con un ribasso di circa il 7% alla fine ha vinto la Cpm, che è una ditta che nella nostra zona opera da decenni. Se poi questi abbiano combinato qualcosa di poco chiaro noi non lo possiamo sapere – conclude il primo cittadino grottano -, se ne occuperà chi di dovere, ma qui non ci sono amministratori coinvolti e a nessuno è stata contestata la corruzione''. Cosa ribadita per altro anche dagli investigatori.

 

Gli importi dell’appalto di Grotte di Castro, inoltre, così come quelli di Villa San Giovanni in Tuscia, risultano inferiori, e di molto, rispetto a quello di Civita Castellana, che si aggira sui cinque milioni. A seguito del proprio coinvolgimento nella vicenda, infatti, mercoledì si è dimesso l’assessore civitonico Sergio Annesi, ormai ex componente della giunta Angelelli, che figura tra gli indagati.




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