ANNO 25 n° 114
''Ci deve 12 euro di ticket. Del 2010...''
La Regione Lazio ha avviato una verifica sulle esenzioni dei medicinali
ma a volte si esagera: l'assurdo caso di un pensionato residente a Farnese

FARNESE – La Regione va a caccia dei furbetti del ticket sanitario, e potrebbe anche essere un'azione virtuosa, almeno nelle intenzioni. Ma tra gli oltre 235mila ''avvisi bonari'' c'è pure qualche cosa che stona. Come è accaduto ad un pensionato di Farnese, che si è visto recapitare dalla direzione regionale di programmazione economica dell'ente presieduto da Nicola Zingaretti la richiesta di restituire 38.06 euro, relativi all'acquisto di tre farmaci nell'ottobre 2010, per un totale di 12 euro, più 25 euro di “commissioni” e 1.06 euro di “interessi”. Il tutto comodamente pagabile in giorni trenta dalla ricezione.

 

Ma perché il signore dovrebbe rendere quei soldi all'epoca pagati dalla esenzionedel ticket? Lo spiega la stessa lettera della Regione: “Dai controlli effettuati è emerso che il reddito a fine Irpef dichiarato dal suo nucleo famigliare era superiore alla soglia che le consentiva di poter beneficiare dell'esenzione del pagamento del ticket relativo ai farmaci acquistati”. Come dire: lei è troppo “ricco” per avere le medicine gratis, e poco importa se sia anziano e magari già sollevato dal pagare per legge. Ci sono voluti cinque anni, insomma, ma alla fine la certosina opera di accertamento ha dato i suoi frutti: 38 euro che tornano nelle voraci casse regionali... Un ente, la Regione, che tra l'altro aveva accumulato centinaia e centinaia di milioni di debito nella sanità e che ha tutt'ora il settore sotto commissariamento: ma certo per rientrare dai buffi a colpi di 38 euro alla volta è impresa lunga assai. Nonostante lo stesso presidente del Lazio (e commissario alla Sanità) Zingaretti twitti che tutti i soldi recuperati saranno investiti per migliorare il settore.

 

“Mi domando – dice il signore – se la prossima volta mi dovrò presentare in farmacia con la dichiarazione dei redditi in mano per dimostrare a quale fascia appartengo. Ma non dovrebbe essere il sistema sanitario a conoscere già la mia situazione?”.

 

Scherzi a parte, quello di Farnese è un caso limite, ma emblematico di quanti problemi stia causando questa tolleranza zero nei confronti di chi ha usufruito della copertura finanziaria. Le associazioni di categoria se ne sono già lamentate e hanno posto delle domande niente affatto peregrine: “Come fanno le persone a conservare le ricevute vecchie di anni di farmaci che non ricordano neanche più di aver comprato? I tassi e le penali, poi, sono altissimi. E non c'è una prescrizione per questo tipo di infrazione?”. Insomma: lo sforzo della Regione non rischia di restare invano? Così è imminente una valanga di ricorsi. Anche perché la casistica è amplia: dai 400 euro per degli esami svolti nel 2009 e 2010, visite al Bambin Gesù all'epoca pagate regolarmente ma delle quali oggi si chiede il rimborso, e addirittura sembrerebbe richieste per analisi mai prenotata né tantomeno effettuate.




Facebook Twitter Rss