ANNO 25 n° 89
Dopo Viterbo e Avignone ci sarà Roma
L'iniziativa inserita in un accordo con la Capitale in occasione dell'Anno Santo

VITERBO – La mostra ''Gemelli Pontifici'', pensata per suggellare il gemellaggio tra Viterbo e Avignone potrebbe fare tappa anche nella città dei papi per eccellenza: Roma. L’indiscrezione ha iniziato a circolare in queste ore e troverebbe fondamento nel quadro che si è aperto con l’annuncio del Giubileo da parte di papa Francesco. Il tutto dovrebbe avvenire nel sistema di collaborazioni e sinergie tra Viterbo e la città eterna proprio sulla partita dell’Anno Santo. Così l’interessante e sul piano scientifico qualificata mostra, basta considerare che tra i partner vanta l’Archivio segreto dei Papi e i Musei Vaticani, sembrerebbe destinata a chiudere la sua avventura sulle sponde del Tevere.

 

Ad aprile l’inaugurazione nel capoluogo della Tuscia, dove sarà allestita all’interno di quel palazzo papale passato alla storia per aver dato i natali alla pratica del conclave. A luglio tutto volerà oltre le Alpi, nell’altro palazzo papale affrescato dal viterbese Matteo Giovannetti. Ancora non nota la sede romana che però dovrà contenere i preziosi materiali raccolti a partire dal mese di ottobre del prossimo anno e fino a dicembre.

 

Al centro del progetto i palazzo papali delle due città medioevali. I capitoli tematici della mostra prenderanno le mosse dai Ritratti dei papi eletti a Viterbo e ad Avignone, e chiuderanno sul Palazzo Papale di Avignone, per poi arrivare a Roma, passando per la mano degli ''artefici'' dell’arte, della politica, della Chiesa, alla luce di un rapporto incentrato sul potere di quei pontefici che fecero in modo che una fetta importante dell’arte tosco-romana arrivasse nel sud della Francia, che si fece ''crocevia ricco d’avvenire''.

 

L’esposizione viterbese si articola in diversi capitoli tematici. Dai ritratti dei pontefici eletti a Viterbo e Avignone, al primo Conclave, passando per il Corpus Domini, i codici miniati e le bolle papali dell’epoca. Inevitabile considerare anche figure come quella di Federico II e Carlo D’Angiò, santa Rosa e santa Caterina da Siena. Il tutto sarà sviluppato tenendo conto delle moderne tecnologie espositive, con ricostruzioni in 3D e filmati. Leggermente diversa la tappa francese e ancora in corso di definizione eventuali varianti da inserire per il momento conclusivo romano.




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