ANNO 25 n° 88
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I dipendenti Ro.Ri: ''Istituzioni aiutateci''
La manifestazione in piazza del Comune dei dipendenti delle cliniche di Viterbo e Nepi

VITERBO – Una cinquantina, sotto lo scoppio del sole, bandiere al vento, striscioni appesi sotto il portico di palazzo dei Priori. I dipendenti del gruppo Ro.Ri., rappresentanza dei 180 lavoratori divisi tra la casa di cura di Nepi e la clinica Nuova Santa Rosa di Viterbo, hanno gridato forte stamane la loro protesta. Protesta in vista dei 43 colleghi che da martedì torneranno in cassa integrazione, con lo spettro di licenziamenti più vivo che mai.

C’erano i lavoratori e c’erano le rappresentanze sindacali del settore sanità. La volontà di mettere in evidenza la situazione, una crisi insopportabile, e di chiedere l’intervento delle istituzioni. “Perché non si capisce come sia possibile che la Regione mandi i pazienti in altre province o in altre regioni, con relativo pagamento delle prestazioni, quando c’è una struttura come la clinica Santa Teresa che ha tutte le potenzialità per svolgere le stesse funzioni – come spiega Angelo Sambuci della Uil – Non vogliamo difendere l’indifendibile, ma qui il quadro è molto chiaro”.

Gli fa eco Massimo Paolini: “Le responsabilità del gruppo Ro.Ri? Soltanto quelle di aver investito oltre cinquanta milioni di euro, uno sforzo che le istituzioni non sono riuscite a capire ma anche anzi stanno strozzando, visto che in Regione sono bloccati ben 9 milioni di euro dal 2006 a oggi destinati all’azienda. Qui c’è gente che chiede soltanto di lavorare, alla Santa Teresa ci sono quattro sale operatorie ferme, e si manda la gente a fare operazioni, tunnel carpale, cataratte eccetera, in Umbria e in Toscana”.

Striscioni e bandiere, mentre passa qualche turista incredulo e le forze dell’ordine vigilano da lontano. Chissà se dalle finestre della prefettura abbiano buttato uno sguardo di sotto. A questi lavoratori che vogliono solo lavorare e che ne avrebbero pure tutto il diritto.

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