ANNO 25 n° 115
Il figlio: ''Giustizia per i miei genitori''
Maurizio Sorrentino, residente a Monterosi, lancia un appello a ''Chi l'ha visto?''

di Alessandra Pinna

VITERBO - Dopo essere stato accusato dell’omicidio dei suoi genitori, Filiberto Sorrentino di 93 anni e Vincenza Marciano di 80 anni, barbaramente uccisi nella loro abitazione di Torre del Greco, e dopo essere stato scarcerato per insufficienza di prove dal penitenziario di Poggioreale, lo scorso 13 febbraio, dopo un anno e sette mesi di reclusione, Maurizio Sorrentino, 62enne residente a Monterosi, sposato con due figli, è tornato a chiedere giustizia.

Lo ha fatto mercoledì sera, durante la trasmissione televisiva ‘’Chi l’ha visto?’’, insieme ai suoi due avvocati: Gaetano Buondonno e Stefano Sorrentino.

Il 62enne, originario di Torre del Greco ma residente da anni a Monterosi, dove lavora come assicuratore, ha lanciato un appello a tutte le persone che la sera del 7 agosto, giorno dell’omicidio dei due anziani, possano aver visto o sentito qualcosa di sospetto nei pressi dell’abitazione dei genitori. ‘’Nonostante i tanti mesi passati in carcere – ha spiegato alle telecamere di Rai Tre – non provo nessun sentimento di vendetta. Chiedo solo giustizia per i miei genitori, perché il loro assassino è ancora a piede libero’’.

I fatti risalgono all’agosto del 2009, quando Vincenza Marciano e Filiberto Sorrentino, vengono ritrovati senza vita nel loro appartamento di Torre del Greco, in provincia di Napoli.

Dopo aver passato qualche giorno con i due,  il 6 agosto Sorrentino torna dalla sua famiglia, a  Monterosi. Solo quattro giorni dopo, su richiesta di una vicina di casa dei genitori, preoccupata dall’alto volume del televisore, anche nelle ore notturne, e dal continuo squillare del telefono, è costretto a tornare a Torre del Greco. Spetterà proprio a Maurizio, una volta entrato nell’appartamento, fare la macabra scoperta: la madre è riversa sul pavimento della cucina, mentre il padre è adagiato sul divano della sala. Sul posto arrivano immediatamente gli uomini della scientifica, i quali, dopo aver effettuato il sopralluogo e analizzato la scena del crimine, appurano che la morte ddi coniugi è stata causata da profonde ferite alle testa, probabilmente inferte con il bastone da passeggio dell’anziano.

Fin da subito i sospetti si concentrano su Maurizio e il 15 agosto viene iscritto nel registro degli indagati. Ma solo due anni dopo, nel settembre del 2011, viene arrestato dai carabinieri della stazione di Monterosi con la pesante accusa di duplice omicidio. Un delitto compiuto - secondo gli investigatori - per entrare in possesso dell’eredità.

Sarà l’autopsia a farlo uscire dall’istituto penitenziario di Poggioreale, all’interno del quale rischiava di passarci tutta la vita, dal momento che la procura aveva chiesto l’ergastolo sulla base delle larve di mosca trovate sul volto tumefatto della madre. Quelle larve, infatti, avevano fatto stabilire il giorno della morte dei due: il 6 agosto, giorno in cui Sorrentino di trovava a Torre del Greco.

Il quadro, però, cambia un anno e sette mesi dopo, quando su richiesta degli avvocati Sorrentino e Buondonno un biologo effettua ulteriori accertamenti. I risultati parlano chiaro: quelle trovate sul volto di Vincenza non sono larve ma mosche. E' proprio sulla base di questi nuovi dati  che la data dell'omicidio viene posticipata di un giorno, e cioè il 7 agosto, quando Maurizio Sorrentino si trovava già a Monterosi.

Così, i giudici della V Sezione penale accolgono la perizia (oltre ad altri elementi, come l’assenza di problemi economici) e lo assolvono.




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