ANNO 25 n° 89
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Il vescovo ai viterbesi: ''Siate uniti''
Con il giro delle sette chiese, iniziati i festeggiamenti in onore di Santa Rosa

VITERBO - E’ dedicato ai lavoratori dell’Ilva e del Sulcis e a tutti coloro che stanno vivendo una situazione economica drammatica il quarto trasporto di “Fiore del Cielo”. Ad annunciarlo, fra gli applausi scroscianti, è stato il presidente del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa Massimo Mecarini che oggi, accogliendo gli eroi del 3 settembre nell’aula del conclave, ha ufficialmente dato il via ai festeggiamenti in onore di Santa Rosa.

In un pomeriggio che prometteva pioggia e che metteva in dubbio il tradizionale giro delle sette chiese da parte dei Facchini, è andato tutto secondo programma e la marcia trionfale fino al santuario dedicato alla patrona di Viterbo ha sconfitto anche il temuto maltempo, con i facchini che sono stati accompagnati lungo il loro percorso per il centro di Viterbo da una folla festante e dalle note del loro storico inno.

Prima di tutto, però, c’è stato l’incontro con le autorità civili, religiose e istituzionali, tutte riunite per dare il loro augurio e far sentire forte il loro sostegno agli eroi chiamati a compiere il “miracolo” di portare la Macchina al cospetto della sua santa: nella platea, come ospite speciale, il presidente onorario Nello Celestini.

Questa è stata anche l’occasione per dare il benvenuto ai sei nuovi facchini, che per la prima volta sono stati chiamati a trasportare “Fiore del Cielo”. “Ciascuno di noi, nel costruire il proprio sogno è un’artista – ha esordito Mecarini, citando Nietzsche – così come sono artisti i facchini, con sei di loro che finalmente hanno potuto realizzare quello che da tempo desideravano. Oggi, sconfiggendo anche la pioggia, riusciremo a fare questo”.

“I viterbesi sono dei tignosi e anche quest’anno, nonostante le condizioni meteo complicate, riusciranno ugualmente a compiere il trasporto” gli ha fatto eco il vescovo, monsignor Lino Fumagalli, che poi si è soffermato sulla figura della patrona di Viterbo. “Santa Rosa era una laica, una ragazza volitiva che voleva portare un messaggio di vita e di speranza ai viterbesi – ha affermato -. Chiedeva di ritornare alle tradizioni che hanno caratterizzato la cultura di questo popolo, ma soprattutto chiedeva ai suoi concittadini di essere uniti e di impegnarsi per sconfiggere il nemico. Questo è il messaggio che deve passare. I facchini, tra di loro, sono molto uniti e danno una grande dimostrazione di compattezza. La speranza è che tutti i viterbesi si comportino come loro”.

La parola è passata poi al sindaco di Viterbo Giulio Marini e al prefetto Antonella Scolamiero, che hanno entrambi ricordato il grande impegno da parte di tutti affinché la Macchina di Santa Rosa diventi patrimonio dell’Unesco, ed infine il capofacchino Sandro Rossi ha dato il via al giro delle sette chiese al grido di “Evviva Santa Rosa”.

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