ANNO 25 n° 89
''Io Valentino non lo lascerei passare...''
Domani a Valencia la gara decisiva per il titolo mondiale 2015: Lorenzo o Rossi?
Parla Stefano Perugini, 41enne sutrino, ex pilota, che conosce bene il pesarese

SUTRI – Più di dieci anni in sella a una moto a girare il mondo tra circuiti, gare e un ambiente, quello del Motomondiale, che anche quando decidi di uscirne resterà comunque per sempre dentro. Te le porti dietro, le corse, te le senti sempre addosso, anche se hai appeso il casco al chiodo da tempo. E' la storia di Stefano Perugini, pilota motociclistico quarantunenne di Sutri con un importante passato alla guida delle due ruote. Dal 1992 al 2004 ha attraversato i continenti, collezionando successi e soddisfazioni prima nei campionati giovanili, poi nel Mondiale 125 e nella vecchia, la cara vecchia 250, per lo più in sella ad una Aprilia, prima di passare a Honda, Italjet e di chiudere la carriera con la Gilera.

 

Domani Stefano Perugini sarà a Valencia, a seguire di persona la madre di tutte le gare del Motomondiale, quella in cui si assegnerà il campionato 2015. La prima, e ultima, corsa dopo il putiferio di Sepang, il calcio di Valentino Rossi a Marc Marquez (poi finito a terra), le polemiche per il complotto spagnolo pro Jorge Lorenzo e il rigetto del Tas del ricorso presentato da Rossi contro la penalizzazione che lo vedrà partire dall'ultima posizione. E che, salvo miracoli, gli costerà il decimo titolo mondiale.

 

Stefano Perugini, da ex pilota con una grande esperienza, che ne pensa di tutta la gazzarra Rossi-Marquez-Lorenzo?

 

''Secondo me hanno sbagliato un po' tutti in quella storia. Tensione c'era già dalla corsa precedente a Sepang, e l'errore e stato di Lorenzo che si è intromesso nelle schermaglie tra Rossi e Marquez. Doveva restare zitto. In questo modo l'episodio che ha visto protagonisti Valentino e il giovane spagnolo è stato letto come un tentativo di sabotare Rossi in favore di Lorenzo. Se lui fosse stato zitto, sarebbe rimasto il dubbio sulle intenzioni reali di Marquez. Sinceramente io penso che se Mark avesse voluto ostacolare Rossi sul serio e lanciare Lorenzo verso il mondiale, due gare fa in Australia non lo avrebbe passato all'ultimo giro ma lo avrebbe lasciato arrivare davanti. Lì il Dottore era arrivato quarto e secondo me c'era rimasto un po' male. Da lì le prime tensioni con Marquez, inasprite da quello Lorenzo fino ai fatti di Sepang. Io penso che, al di là dell'episodio del contatto, su cui anche lo stesso Pilota di Tavullia ha fatto ammissioni, se sei Valentino Rossi e pensi che ci sia un complotto, prima lasci parlare la pista, poi aspetti la fine del mondiale per parlare. Per il campione che sei, certe insinuazioni aspetti e semmai le fai dopo''.

 

Una posizione abbastanza fuori dal coro la sua.

 

''Può darsi, ma io dico quello che penso, e francamente credo anche che Marquez sia arrivato a Sepang urtato anche per altri episodi con Valentino. Lo spagnolo è un pilota vivace, a tratti anche folle, ma io lo giudico un pilota corretto, non credo abbia mai ostacolato nessuno. Il mondo delle moto ormai ruota intorno alla Spagna e secondo me lui ha tutte le carte in regola per segnare fortemente il futuro della MotoGP''.

 

E di Rossi che ne pensa? Lo conosce, avete corso insieme...

 

''In dieci anni di motomondiale ci siamo incontrati tante volte sulle piste. Lui era emergente, io già correvo da un po'. In 125 soprattutto siamo stati avversari in decine di occasioni. Abbiamo anche duellato in pista in diversi gran premi, ma sempre correttamente. Normale competizione. Poi col cambio di categoria non ci siamo più incontrati spesso, ma già all'epoca, pur correndo con l'Aprilia entrambi, è chiaro che i mezzi a disposizione erano diversi''.

 

Dica la verità, lei al posto di piloti come Iannone, a Valencia farebbe passare Rossi per aiutarlo a vincere?

 

''Penso di no. Io avrei fatto la mia gara. Non mi sarei messo in mezzo ma neanche scansato. Forse, e dico forse, fosse stato un amico stretto a cui mancava un punto per vincere il mondiale, c'avrei pensato. Ma io ho sempre corso per me, in gara sconti non si fanno a nessuno''.

 

Stefano Perugini ha lasciato le corse a 30 anni, una decina di stagioni fa. Cosa fa oggi?

 

''Ho messo su famiglia, ho una bambina di sei anni. Non corro più e seguo delle attività che ho avviato nel periodo in cui facevo il pilota. Quando smetti a 30 anni sei ancora giovane per non fare più nulla ma sei grande per imparare un lavoro, dato che fino a quel momento il tuo mestiere è stato quello del pilota. Devi essere bravo a non perderti''.

 

Mai più corso in pista, neanche al livello amatoriale?

 

''No, ho smesso e basta''.

 

Il richiamo delle gare, però, è forte. Anche da spettatore, ecco perché sarà a Valencia, giusto?

 

''Certo. È la prima volta dopo anni che torno, anche se sono rimasto in contatto con tutto l'ambiente. Comunque vada a finire, sarà una corsa da ricordare. Sarà bello esserci. Poi quando torno vi racconto''.




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