VITERBO – Per fare luce sulla morte di Carmine Ventrone la procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta, affidando il fascicolo ai carabinieri del Comando di via de Lellis.
Tutt’altro che chiara è infatti la dinamica dell’incidente, avvenuto intorno alla mezzanotte tra lunedì e martedì, in cui il maresciallo dell’Aeronautica, ha perso la vita.
Ventrone stava percorrendo la statale Umbro-Laziale in direzione Viterbo quando, all’altezza dell’uscita per Orte, la Lancia Y alimentata a Gpl di cui era alla guida, è esplosa. Da accertare, però, rimane la dinamica: il sospetto è infatti che la deflagrazione del mezzo sia stata provocata dall’entrata in collisione della vettura con il guard-rail. Non è escluso, infatti, che il maresciallo dell’Arma azzurra abbia perso il controllo dell’auto dopo essere stato colto da malore. Queste le due ipotesi su cui, dopo aver svolto accurati in loco, stanno lavorando i militari.
Gli stessi che, insieme ai vigili del fuoco, lo hanno trovato carbonizzato, riverso sul sedile di guida all’interno della sua Lancia; ridotta ad un ammasso ferroso dopo l’esplosione del serbatoio Gpl, trovato a qualche metro di distanza.
Ventrone, 49 anni residente a Bomarzo, sposato e padre di due figli (maschio e femmina) in età liceale, era un appassionato di tennis da tavolo e giocatore federale. Nel 2008 si era aggiudicato il terzo posto al secondo torneo nazionale Aeronautica.
La sua salma, adesso, è a disposizione dell’autorità giudiziaria.