ANNO 25 n° 89
Rassegna ''Ecce Homo''
Due epoche a confronto sulla sofferenza di Dio promossa dal comune

VITERBO - Due epoche artistiche a confronto sul tema della Passione, Morte e Resurrezione del Cristo. Il Barocco da un lato, con l’esuberante realismo delle opere fiamminghe che recano la firma di Rubens e collaboratori, e dall’altro la Postmodernità, rappresentata da autori che incarnano le ultime tendenze.

E’ l’inusuale parallelismo che si propone nella singolare rassegna dal titolo “Ecce Homo”, promossa dal comune di Arlena di Castro, in concomitanza con le sacre rappresentazioni che per tradizione si svolgono nell’antica terra dei Farnese.

L’evento, che apre i battenti venerdì 6 e proseguirà sino al 9 aprile, offre l’occasione per ammirare una serie di rarissime incisioni seicentesche in cui sono raffigurati, con il tipico vigore drammaturgico di chiara impronta barocca, gli episodi culminanti della Passione.

Le opere sono il frutto di una commessa assegnata alla bottega di Pieter Paul Rubens ad Anversa. A fare da controcanto alle opere fiamminghe sono chiamati invece alcuni artisti contemporanei, come Piergiorgio Colautti e Luca Giannini, che presentano opere pittoriche e sculture dedicate allo stesso tema.

Nonostante la diversità iconografica che le contraddistingue, un dato tuttavia sembra accomunarle, ed è l’approccio marcatamente realistico, a volte crudamente esibito, a volte intriso di commosso pathos, al tema della Croce. Dove appare assai debole il riferimento alla trascendenza ed è per contro sottolineata la centralità dell’uomo nella figura di Cristo, visto quale prototipo e simbolo dell’umanità sofferente”.

La rassegna costituisce senza dubbio un evento di alto profilo, anzitutto perché annovera, tra gli autori dei disegni, trasposti poi su rame, i migliori talenti dell’arte fiamminga, attivi tra l’ultimo scorcio del Cinquecento e la prima metà del Seicento.

Oltre al caposcuola P.P. Rubens, che firma il disegno da cui è stata tratta la tavola della Resurrezione, troviamo Marten de Vos, Abraham van Diepenbeeck, Theodorus Barnardi, e tanti altri che non rientrano nella silloge proposta.

Un’atmosfera straniante, a tratti esasperata da forti suggestioni apocalittiche, caratterizza invece i lavori di Colautti, uno dei migliori esponenti del pop - surrealismo romano, mentre nei lavori su carta di Luca Giannini, vincitore del Massenzio - Arte 2009, il tema viene declinato in termini eco-apocalittici, con il profilarsi della croce, quale simbolo di riscatto e di speranza, sulle macerie di un pianeta avviato verso la catastrofe ambientale.

 

 

 




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