ANNO 25 n° 89
Cinipide del castagno: castanicoltori chiedono aiuto alle istituzioni
Perdite per 20 milioni di euro
01/09/2012 - 15:21

VITERBO - “Zero prodotto per castagne ed olive, riduzione consistente per le nocciole ed una conseguente caduta del valore dei castagneti, in un momento in cui la perdita nell’intero comparto si aggira intorno ai 20 milioni di euro. E questo per il terzo anno consecutivo”. E’ quanto denuncia l’associazione castanicoltori Vallecimina, che lo scorso venerdì ha indetto un’assemblea nella piazza di Vallerano per discutere del dramma dei castagneti dei monti Cimini, completamente in via di distruzione a causa del cinipide galligeno del castagno, che ha causato una perdita del prodotto del 100% rispetto al raccolto di quattro anni fa.

“Da tre anni il raccolto è iniziato a scemare fino al punto che non si è potuto nemmeno effettuare il monitoraggio del balanino (parassita del castagno, ndr), a causa dell’assenza dei ricci - ha dichiarato il presidente dell’associazione castanicoltori Vallecimina Roberto Colla -. Siamo quanto mai uniti nel denunciare l’indifferenza delle istituzioni, in primis della Regione Lazio, per questa emergenza”.

“Era ormai improcrastinabile sentire ‘la piazza’ – ha aggiunto il presidente - per aprire un confronto sulla conduzione della lotta al cinipide, il più possibile unanime. Essendo la lotta biologica l’unico strumento, almeno per ora, in grado di contrastare l’infestazione del cinipide, ci si dovrà tutti spostare sul torymus e quindi sul non uso dei fitofarmaci, una volta lanciato l’antagonista”.

E qui le note dolenti: “I castanicoltori, se hanno voluto lanciare il torymus per una lotta seria e efficace, hanno dovuto tirar fuori i soldi di tasca propria - hanno affermato alcuni presenti all’assemblea -. Non è più il tempo della propaganda, la Regione deve dare un aiuto concreto e vero, che risulti a tutti i contribuenti, che faccia almeno conoscere dove e quanti lanci sono stati effettuati nei monti Cimini e quali siano i risultati registrati”.




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