ANNO 25 n° 88
Abusò di una paziente sotto sedativi: definitiva la condanna dell'infermiere
La Corte di Cassazione ha confermato la pena di 5 anni e 4 mesi di reclusione
01/04/2015 - 20:39

CIVITA CASTELLANA – E’ diventata definitiva la condanna a cinque anni e quattro mesi di reclusione inflitta a Giovanni Piergentili, l’infermiere accusato di violenza sessuale su una paziente sotto sedativi. La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma che, a sua volta, confermava la pena inflitta in primo grado all’uomo, oggi 61enne, residente a Sant’Oreste (Roma), sposato e padre di due figli, in primo grado. Pena che gli fu inflitta con il rito abbreviato dal giudice dell’udienza preliminare di Viterbo Franca Marinelli.

 

L’8 febbraio 2011, una donna di trentotto anni, si presentò nella questura di Viterbo e denunciò che mentre era nell’ospedale di Civita Castellana, dove era stata sottoposta a colonscopia e gastroscopia, aveva subito violenza sessuale da parte di un infermiere. Aggiunse che l’uomo aveva commesso gli abusi mentre si trovava su un lettino per smaltire i sedativi che le erano stati somministrati.

 

Un mese dopo, il giorno della Festa della donna, gli uomini della squadra mobile di Viterbo, guidati da Fabio Zampaglione, arrestarono Giovanni Piergentili. Nei suoi confronti, il gip Salvatore Fanti, su richiesta del pubblico ministero Renzo Petroselli, aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

 

L’uomo si è sempre proclamato innocente. A suo favore si mobilitarono i cittadini di Sant’Oreste e la stessa amministrazione comunale. Tra l’altro fu organizzata una petizione inviata al Capo dello Stato, nella quale denunciavano la lunga carcerazione preventiva subita da Pergentili, a loro dire senza prove a suo carico.

 

Nel frattempo, altre donne che erano state ricoverate all’Andosilla o che erano state sottoposte ad accertamenti clinici nell’ospedale di Civita Castellana presentarono denunce contro l’infermiere. In quattro sostenevano di aver subito abusi mentre si trovavano nelle medesime condizioni della 38enne. Ma i fatti risalivano a troppo tempo addietro per essere perseguiti.

 

Nei mesi successivi, la corte d’appello di Roma confermò la sentenza di primo grado. Infine, il verdetto della Cassazione. Ora Piergentili dovrà scontare la pena, dalla quale sarà detratto il periodo di carcerazione preventiva.




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