ANNO 25 n° 110
Aeroporto, basterebbero 500 milioni
Ecco tutte le soluzioni per abbattere di circa due tersi i costi di realizzazioni
23/08/2012 - 04:00

VITERBO – Ma davvero per la realizzazione dell’aeroporto di Viterbo servirebbero un miliardo e 700 milioni di euro, cioè circa 2.300 miliardi di vecchie lire? La risposta è no. Con un po’ di fantasia e qualche sapiente alchimia i costi potrebbero essere abbattuti di due terzi circa. L’argomento è tornato di stretta d’attualità ieri, dopo che le tre società di consulenza incaricate dal governo e dall’Enac (Ente nazionale aviazione civile) hanno consegnato al ministero dello Sviluppo Economico Corrado Passera la bozza del piano nazionale degli aeroporti. Piano che, nel capitolo dedicato al ''Complesso aeroportuale del Centro Italia'' prevede appunto la costruzione dello scalo viterbese, destinato al traffico low cost.

Un’operazione che, secondo alcuni organi di stampa, costerebbe appunto 1,7miliardi di euro. Ma il conto è stato notevolmente arrotondato per eccesso. Intanto, nella cifra sono stati conteggiati i circa 350 milioni di euro necessari alla costruzione dello scalo vero e proprio, il costo, in realtà, è totale carico della società concessionaria, l’AdR (Aeroporti di Roma), che ha già ottenuto il mandato dal governo Prodi, a titolo di compensazione per la futura perdita della gestione di Ciampino.

C’è poi il raddoppio della Cassia da Monterosi a Viterbo, altri 300 milioni circa. Ma quest’opera non è indicata tra le infrastrutture indispensabili per il sistema aeroportuale del Lazio. Si tratta quindi in un “optional”, la cui mancata realizzazione non inficerebbe il progetto.

Strategica, invece, è la superstrada Orte-Viterbo-Civitavecchia, al cui completamento manca ancora il tratto Monte Romano – Aurelia, il cui costo è stato valutato in circa 730milioni di euro. Ma esiste la concreta possibilità di abbatterlo considerevolmente o di azzerarlo del tutto o quasi. Su imput della Provincia di Viterbo, la Regione Lazio e l’Anas stanno prendendo in seria considerazione l’ipotesi di ritornare al progetto originario, che sarebbe costato meno della metà dell’attuale. Inoltre, si sta facendo sempre più strada l’idea lanciata l’anno scorso da Confindustria Viterbo di far realizzare in tratto Monte Romano-Civitavecchia ai privati in project financing, in cambio di un pedaggio per un congruo numero di anni. Un’operazione a costo zero per gli enti pubblici.

Non esiste nessuna scappatoia, invece, per i 250 milioni di euro che servirebbero per il raddoppio dei binari della linea ferroviaria Viterbo-Cesano Roma, la Rf3. Attualmente esiste un progetto di potenziamento e ammodernamento che si ferma a Bracciano. Per il tratto fino a Viterbo, invece, non esiste nemmeno quello. Tuttavia, anche in questo caso un piccolo spiraglio ci sarebbe. La Regione Lazio, infatti, ha stanziato 250 milioni per ammodernare la ferrovia Roma - Civita Castellana - Viterbo. Un investimento sulla cui utilità ci sono molte perplessità. E se quei fondi venissero dirottato sulla Fr3?

Il futuro dell’aeroporto di Viterbo, quindi, è ancora tutto da inventare. Ma se i politici viterbesi riuscissero a mettere tutte le tessere del puzzle a posto giusto, cioè tornare al vecchio tracciato della superstrada o farla realizzare ai privati, a rinviare a tempi meno cupi ''l’optional'' del raddoppio della Cassia, mancherebbero all’appello ''solo'' 4-500 milioni di euro. Al massimo 600, tenendo conto degli eventuali e inevitabili imprevisti.

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