ANNO 25 n° 109
Assenteismo, gli indagati davanti al Gup
Il primo ottobre al via l'udienza preliminare per ventiquattro dipendenti dell'Ufficio
regionale per l'Agricoltura accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato e falso
11/09/2015 - 11:45

VITERBO – Assenteismo agli uffici decentrati per l’Agricoltura della Regione Lazio: inizierà il prossimo primo ottobre l’udienza preliminare per i sedici indagati, undici uomini e cinque donne, accusati a vario titolo di truffa aggravata ai danni dello Stato e falso.

 

Secondo l’accusa, gli impiegati ''infedeli'' avevano escogitato un sistema per risultare presenti in ufficio tutti i giorni, mentre in realtà lavoravano meno della metà delle ore previste. Il resto del tempo lo impiegavano a svolgere attività in nero, spesso facendo addirittura da consulenti alle aziende agricole che chiedevano contributi al loro stesso ufficio, oppure a fare la spesa, a passeggiare o altro.

 

La vicenda esplose il 15 dicembre 2010, quando gli uomini della Squadra Mobile notificarono sedici provvedimenti cautelari emessi dal Gip, su richiesta del Pm Paola Conti, otto dei quali agli arresti domiciliari: Francesco De Donatis, Tiziana Mancini, Mauro Poppi, Moreno Giorni, Fabrizio De Angelis, Marco Palazzi, Simonetta Pallotta e Maria Buccellato. Gli altri otto furono sottoposti all’obbligo id presentarsi alla polizia giudiziaria ogni giorno.

 

Durante le indagini, durate due anni e scaturite da un esposto anonimo alla procura, gli investigatori documentarono con filmanti e pedinamenti come gli impiegati facevano scorrere i badge nell'apparecchio di registrazione delle presenze per poi uscire dall'ufficio scavalcando i tornelli. Da qui il nome dell'operazione: Jump (salto). In altre occasioni non andavano al lavoro perché consegnavano i loro badge a colleghi compiacenti che registravano la presenza al loro posto. Un '’piacere’' che, a richiesta, veniva ricambiato al momento opportuno.

 

I meccanismi della truffa sono stati spiegati dal pm Paolo Canti, titolare dell'inchiesta, e dal capo della Squadra Mobile di Viterbo Fabio Zampaglione in una conferenza stampa.

 

Il fenomeno, stando all’accusa, era iniziato almeno due anni prima e ha coinvolto sedici impiegati su cinquanta. Alcuni dipendenti, in due settimane, avrebbero collezionato quaranta ore di assenza su settantadue complessive di lavoro. Oltre il cinquanta per cento. Sembra che alcuni assenteisti abbiano anche lavorato in nero in studi di agronomi.




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