ANNO 25 n° 116
Assolto il patron della Tecnotraffico
L'imprenditore grottano Antonino Tysserand era rimasto invischiato nella vicenda delle presunte gare pilotate per piazzare i cosiddetti ''semafori intelligenti''
04/02/2014 - 17:37

GROTTE DI CASTRO – Cadute le accuse di associazione per delinquere e abuso d’ufficio e nessun risarcimento riconosciuto dai giudici agli automobilisti multati, circa 150 in tutto e parti civili. Si è concluso con sei assoluzioni e due condanne fino a quattro anni di carcere il processo milanese sulle presunte gare d’appalto pilotate per piazzare i T-red, i cosiddetti “semafori intelligenti”. Per le difese la sentenza della quarta sezione penale di Milano ha dimostrato che “i T-red, tanto famigerati, erano semafori regolari”.

Un’inchiesta, quella sui cosiddetti “vampiri rossi”, iniziata nel 2007 e in cui rimase invischiato anche l’imprenditore di Grotte di Castro Antonino Tysserand, titolare della società a responsabilità limitata Tecnotraffico.

Per lui, il pubblico ministero Alfredo Robledo aveva chiesto la condanna a tre anni e tremila euro di multa durante la requisitoria dell’ottobre scorso; pene fino a cinque anni il pm aveva chiesto anche per gli altri sette indagati, tra cui il sindaco di Segrate Adriano Alessandrini. Lunedì il collegio milanese ha invece emesso solo due condanne: quattro anni di reclusione per Raoul Cairoli, in qualità di amministratore unico della Ci.ti.esse, azienda che commercializzava in via esclusiva i T-red; un anno, con sospensione condizionale della pena, a Giuseppe Astorri, direttore commerciale della Scae, società che si aggiudicò l’appalto a Segrate. I due, in particolare, sono stati condannati con riferimento alle presunte irregolarità nell’appalto e alla presunta turbativa d’asta.

Insieme all’imprenditore viterbese, sono stati assolti il sindaco Alessandrini; Lorenzo Giona, imputato in qualità di comandante della polizia locale del comune dell’hinterland milanese; Dario Zanchetta, funzionario dei vigili; e gli imprenditori Simone Zari ed Ivano Mugnaini.

Quello dei T-red, secondo quanto sosteneva l’accusa, era un sistema congegnato in maniera illecita per portare nella casse dell’amministrazione comunale di Segrate oltre 2,4 milioni di euro di multe. Secondo le indagini, c’erano solo quattro secondi tra il giallo e il rosso dei semafori e nemmeno il decimo di secondo, dovuto, tra il rosso e lo scatto del fotogramma che rilevava l’infrazione.

Le indagini partite da Segrate si erano poi estese a una trentina di altri comuni italiani, sparsi da nord a sud per presunti illeciti contestati fino all’autunno del 2008. Centinaia e centinaia, sempre stando alle indagini, gli automobilisti multati dai T-red.




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