ANNO 25 n° 110
Bambini: ''L'ospedale sia un modello''
La soddisfazione del sindaco di Acquapendente; atto aziendale entro ottobre
01/10/2014 - 16:15

VITERBO – Acquapendente può tirare un sospiro di sollievo. Il ministero della salute ha espresso parere favorevole all’inserimento del presidio ospedaliero tra le zone svantaggiate. Pertanto l’ospedale è salvo. La comunità dell’Alto Lazio può contare su una struttura che comprende un reparto di medicina con venti posti letto e un adeguato organico di medici e infermieri, il reparto di che effettua interenti in day e week surgery e il pronto soccorso per le urgenze e le emergenze. Sarà l’atto aziendale della Asl di Viterbo a fornire tutte e specifiche del caso: entro il 15 ottobre l’azienda si pronuncerà in tal senso.

Un primo passo è stato fatto: l’obiettivo è blindare l’ospedale, renderlo funzionale a qualsiasi emergenza ''perché – come dice il sindaco di Acquapedente Alberto Bambini – i tagli sono sempre dietro l’angolo e non possiamo ogni volta mobilitarci per salvare l’ospedale. Ovviamente sono contento, ma è necessario tenere sempre alta l’attenzione. Grazie a un lavoro di squadra siamo riusciti ad ottenere questo risultato ma deve essere un punto di partenza. Non era scontato fa rientrare l’ospedale tra le zone disagiate e non era semplice far ricredere la Regione''.

Il ragionamento di Bambini è a più ampio spettro. Il sindaco parla di modello: ''Acquapendente deve diventare un modello da seguire: una struttura che non sia attaccabile nei prossimi anni. Infatti per le aree svantaggiate sono previsti continui monitoraggi sui servizi offerti, sull’organizzazione delle attività, sula qualità dell’offerta sanitaria. In questo senso dobbiamo ancora lavorare, magari attraverso collaborazioni con Orvieto. Poi sarà necessario ragionare con la Asl e con la Regione: la struttura non dovrà essere attaccabile nei prossimi anni''.

Resta il lavoro di concertazione che si è sviluppato negli ultimi mesi. Un tentativo bipartisan di salvare l’ospedale: c’è stata la mobilitazione del consiglio comunale di Acquapendente, sono intervenuti i sindaci dei comuni limitrofi, i consiglieri regionali Panunzi e Sabatini, l’onorevole Alessandra Terrosi. La difesa della salute non ha colore politico: ''L’obiettivo – spiega Bambini - era far rientrare l’ospedale nelle zone da tutelare stabilite dal decreto Balduzzi: una struttura ospedaliera dei territori di confine, delle zone montane o delle zone lontane dai grandi centri di riferimento, con i servizi in deroga alla normale dotazione e assicurando soprattutto l’assistenza per i casi di emergenza e urgenza''. Una delle maggiori soddisfazioni è aver ottenuto il pronto soccorso: infatti tutta la zona dell’Alto Lazio ne è sprovvista e i pazienti sono costretti a recarsi a Viterbo.

Insomma si chiude un capitolo di una complicata vicenda: i problemi iniziarono con i tagli regionali del decreto 80 che scatenarono la protesta in paese (2011) con lenzuola bianche e lumini sui davanzali delle finestre. Poi la spada di Damocle della chiusura e la decisione di trasformare l’ospedale in Casa della salute con depotenziamento del punto di primo intervento. Quindi un lungo lavoro di concertazione che ha portato a modificare la decisione della Pisana e a riconoscere lo status di ''zona disagiata'' e il conseguente parere positivo del ministero.




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