ANNO 25 n° 89
De Alexandris, una vittoria di Pirro?
Il capogruppo del Pd Serra al contrattacco: ''Finora abbiamo fallito''
27/02/2015 - 13:08

VITERBO - Chiamatela vittoria di Pirro. Questa è l’elezione di Maria Rita De Alexandris alla presidenza del consiglio comunale. Alle 18 di ieri, con 22 voti incassati, la maggioranza di Leonardo Michelini ha superato lo scoglio della rielezione del magister della sala d’Ercole. Ma a che prezzo? Subito dopo il voto infatti sono ricomparse in bella vista le crepe interne, con un consiglio che si è infiammato sulla discussione della Carta di Pisa.

 

Non c’è pace per Michelini e i suoi: sembra di assistere agli ultimi mesi dell’amministrazione di Giulio Marini. Quando la guerra tra bande iniziò a cibarsi dell’amministrazione, bloccandola e regalando alla città uno spettacolo indegno.

 

Oggi tutto questo si ripete, dopo neanche due anni di amministrazione. E che quanto fatto fino a oggi sia da buttare è l’opinione di Francesco Serra, al secolo capogruppo del Partito Democratico, e Filippo Rossi, novello capogruppo di Viva Viterbo.

 

Entrambi intervenuti, prima del voto, con l’intento di lanciare un messaggio di rinascita e al tempo stesso stroncare il cammino già fatto. ''Abbiamo fallito'', è il messaggio netto del capogruppo Pd. ''Immaginavo un percorso diverso – continua -. Pensavo a un’amministrazione con al centro i temi della trasparenza, dell’innovazione e 4-5 obiettivi chiari. Abbiamo fallito fino ad ora e per primo ha fallito il sindaco. La distanza che c’è tra noi e la città è enorme, dobbiamo recuperare. Per questo ho deciso di rimanere al mio posto e non dimettermi, nonostante la comparsa di minacce e forme striscianti di ricatto che faccio fatica a comprendere''.

 

Per Rossi il problema è ''cercare di fare qualcosa di buono per la città. La notizia non è se oggi facciamo il presidente, la notizia è se riusciamo a uscire fuori dalla fuffa. Se riusciamo a mettere in campo una politica di cose fatte e non di parole dette''.

 

Una speranza, quella annunciata da Serra e Rossi, che però naufraga in un consiglio comunale imprigionato nelle beghe politiche e negli scontri tra bande che non sembrano avere proprio intenzione di seppellire l’ascia di guerra.




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