ANNO 25 n° 116
Fissata udienza al tribunale del riesame
Mercoledì i giudici discuteranno il ricorso dei tre pastori sardi ai domiciliari
Sono accusati di gravi reati ai danni dell'ex sindaco di Farnese Dario Pomarè
07/09/2015 - 13:31

FARNESE – Atti intimidatori all’ex sindaco di Farnese Pomarè, sarà discusso mercoledì 9 settembre, davanti ai giudici del tribunale del riesame di Roma, il ricorso presentato dalla difesa dei tre pastori sardi arrestati il 28 luglio scorso dai carabinieri del comando provinciale di Viterbo nell’ambito dell’operazione Terra Madre. Ai tre, Antonio Pira e i figli Marco e Paolo, accusati a vario titolo, di atti persecutori, furti aggravati, abigeato, detenzione e porto abusivo di armi clandestine, il gip Salvatore Fanti ha concesso gli arresti domiciliari.

 

E dal giorno del blitz i tre, tutti pregiudicati a vario titolo per reati contro il patrimonio e in violazione alla normativa in materia di stupefacenti, sono reclusi in casa senza nemmeno poter accudire il loro gregge, dal momento che il gip ha negato loro la richiesta di permesso lavorativo.

 

Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Fabrizio Tucci e condotte dai carabinieri della compagnia di Tuscania, in collaborazione con la stazione di Farnese e gli uomini del comando provinciale, erano scattate a febbraio scorso, dopo una serie di atti intimidatori contro Dario Pomarè, ex sindaco del Comune e attuale capogruppo della maggioranza Pd nello stesso Comune, messi a segno dalla famiglia di origine sarda con la complicità di altre tre persone che sono state poi denunciate.

 

All’ex primo cittadino furono incendiati un trattore, una rimessa agricola, un casaletto e un’auto, abbattute oltre 160 piante di olivo e uccisi a colpi di bastone due cani e sei galline. Tutto per impedire che fosse approvata dall’amministrazione comunale la nuova regolamentazione sui terreni a uso civico che avrebbe fatto perdere loro 60 ettari di terreno destinati al pascolo, dei quali si erano indebitamente appropriati negli anni.

 

E infatti nel mirino del gruppo non c’era solo Pomarè, ma almeno un’altra quarantina di persone. Si evince anche dalle intercettazioni ambientali, messe nere su bianco nel testo dell’ordinanza d’arresto dal gip Fanti. L’ex sindaco di Farnese era solo il primo da colpire e quegli episodi intimidatori, che in totale hanno provocato un danno materiale pari a circa 60mila euro oltre a quello psicologico, non erano affatto finiti. Non solo nei confronti di Pomarè ma anche di altri esponenti politici e di cittadini ''colpevoli'' di aver firmato la riforma su terreni a uso civico.




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