ANNO 25 n° 107
''Fotografava bimbi, non mi piaceva''
Prima di Montecalvello e Vallebona, don Dino era parroco nel Senese
26/05/2015 - 11:49

VITERBO - Una doppia vita che lascia senza parole chi l’ha conosciuto, quella di don Dino. Piccolo parroco di campagna, nelle frazioni viterbesi di Montecalvello e Vallebona, la domenica e adescatore di minori tra i binari della stazione Termini in alcune maledette giornate.

 

Prima di venire a Viterbo era stato sacerdote della parrocchia di San Giusto e Clemente a Casciano di Murlo, nel senese. Quattro anni, dal 2008 al 2012. E i giornali locali sono tornati a parlare di lui in questi giorni, tirando fuori testimonianze e impressioni dei suoi fedeli.

 

A Casciano non era come a Montecalvello e Vallebona. Le frazioni viterbesi sono poco abitate e la popolazione è piuttosto anziana. Per lui niente catechismo, solo la messa della domenica e per impartire i sacramenti, perlopiù funerali. Nel senese invece stava a contatto con i bambini e quando è venuta fuori la notizia a diversi genitori si è accapponata la pelle. E intervistati dalla stampa locale raccontano che quel prete ''non gli quadrava''. Faceva spesso foto ai ragazzini, raccontano.

 

Foto normali, niente di strano. Ma quando qualche genitore ha saputo ha chiesto al proprio figlio adolescente di non andare più in parrocchia.

 

''Non mi convinceva – racconta una mamma -. Don Dino poteva contare su un gruppo di chierichetti, come tutti i preti del resto, ma alcuni, due o tre, li preferiva agli altri, faceva foto di gruppo ai ragazzi e poi li portava a mangiare la pizza pagando lui a tutti quanti. Questo atteggiamento non mi piaceva - racconta una mamma - e poi quando ho saputo che faceva le foto ai ragazzini ho pensato che non fosse tanto normale. Per quale motivo un prete deve fotografare i suoi chierichetti?''.

 

A Casciano, la sue precedete parrocchia, insomma lo rinnegano e si dichiarano sollevati dell’arrivo di don Giacinto.

 

Don Dino continua a negare ogni addebito. ''Abbiamo intercettazioni, filmati, fotografie'', replicano gli investigatori. L'inchiesta condotta dagli agenti della Polfer va avanti da quasi 2 anni. Gli indagati sono 17, in 9 sono stati sottoposti a misura. Tra loro, anche un altro uomo di chiesa. E pure un manovale di 59 anni, a cui i pm contestano, oltre alla prostituzione minorile, anche la violenza sessuale su un minore di 14 anni.

 

La posizione di Placido Greco, questo il nome del parroco di questi due angoli di Viterbo, si è aggravata. Inizialmente, gli inquirenti lo accusavano di essersi intrattenuto solo con due minori, ma dagli accertamenti è emerso che avrebbe avvicinato almeno una decina di giovanissimi. Ora è a Regina Coeli, il gip Chiara Giammarco ne ha convalidato l'arresto come richiesto dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal pm Cristiana Macchiusi. L'avvocato Sergio Ruperto, che difende l'indagato, aveva proposto di sostituire la misura cautelare quantomeno con i domiciliari, ma il giudice è stato categorico.




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