ANNO 25 n° 88
I tre arrestati si avvalgono della facoltà
di non rispondere al gip Salvatore Fanti
Stamattina Antonio Pira e i figli sono stati sottoposti all'interrogatorio di garanzia
30/07/2015 - 13:00

VITERBO - Operazione Terra Madre, i tre pastori arrestati si avvalgono della facoltà di non rispondere. Stamattina alle 9 l’interrogatorio di garanzia di fronte al giudice per le indagini preliminari Salvatore Fanti. Antonio Pira, 72 anni, e i figli Paolo e Marco, rispettivamente di 42 e 35 anni, si trovano ora agli arresti domiciliari con l’accusa di atti persecutori, furto aggravato, furto di bestiame e porto abusivo di armi.

 

Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Fabrizio Tucci e condotte dai carabinieri della compagnia di Tuscania, in collaborazione con la stazione di Farnese e gli uomini del comando provinciale, erano scattate a febbraio scorso, dopo una serie di atti intimidatori contro Dario Pomarè, ex sindaco di Farnese e attuale capogruppo della maggioranza Pd nello stesso Comune, messi a segno dalla famiglia di origine sarda con la complicità di altre tre persone che sono state poi denunciate.

 

All’ex primo cittadino furono incendiati un trattore, una rimessa agricola, un casaletto e un’auto, abbattute oltre 160 piante di olivo e uccisi a colpi di bastone due cani e sei galline. Tutto per impedire che fosse approvata dall’amministrazione comunale la nuova regolamentazione sui terreni a uso civico che avrebbe fatto perdere loro 60 ettari di terreno destinati al pascolo, dei quali si erano indebitamente appropriati negli anni.

 

E infatti nel mirino del gruppo non c’era solo Pomarè, ma almeno un’altra quarantina di persone. Si evince anche dalle intercettazioni ambientali dei tre, messe nere su bianco nel testo dell’ordinanza d’arresto dal gip Fanti. L’ex sindaco di Farnese era solo il primo da colpire e quegli episodi intimidatori, che in totale hanno provocato un danno materiale pari a circa 60mila euro oltre a quello psicologico, non erano affatto finiti. Non solo nei confronti di Pomarè ma anche di altri esponenti politici e di cittadini ''colpevoli'' di aver firmato la riforma su terreni a uso civico.




Facebook Twitter Rss