ANNO 25 n° 116
In fuga da Siracusa e Tessennano
per stare con il fratello e il cugino
L'avventura di un ragazzo egiziano di 14 anni giunto in Italia su un barcone
15/09/2015 - 14:00

TESSENNANO – Una settimana sui treni, o al ciglio della strada a fare l’autostop, mangiando una volta al giorno e, spesso, non mangiando affatto: così un ragazzo di quattordici anni, egiziano, fuggito da un centro di accoglienza di Siracusa, ha raggiunto Tessennano, dove è ospitato un fratello di dieci anni e un suo cugino della sua stessa età.

 

Una volta arrivato al centro di accoglienza ''Arcobaleno'' nel più piccolo paese della Tuscia, stremato e affamato, il ragazzino ha ricevuto una telefonata del sindaco Ermanno Nicolai, in questi giorni a Bruxelles per occuparsi di accoglienza d’immigrati minorenni. ''Grazie Tessennano'' ha risposto al primo cittadino che gli chiedeva come stesse e gli dava il benvenuto.

 

Il 14enne egiziano era giunto in Italia, con un barcone, cinque mesi fa, insieme con il fratello e il cugino. Lui è stato assegnato al centro di accoglienza di Siracusa, il fratello è stato trasferito a Crotone e il cugino, come detto a Tessennano.

 

Un paio di settimane fa, i due fratelli hanno perduto il padre. Appresa la notizia, il ragazzo ospitato nel Viterbese ha chiesto è ottenuto che i suoi cugini, ormai orfani, fossero trasferiti a Tessennano. La sua richiesta è stata accolta ed è partito l’iter per il ricongiungimento dei tre minorenni.

 

Il più piccolo dei tre, che si trovava a Crotone, nel giro di pochi giorni, è arrivato a Tessennano. Ma per il 14enne se verificato un intoppo burocratico che gli creava di giorno in giorno un’apprensione crescente. Così ha deciso di fuggire da Siracusa e raggiungere in qualche modo il fratello e il cugino. E c’è riuscito.

 

Domenica sera, tra la sorpresa di tutti, si è presentato al centro di accoglienza. Era stanco, affamato, sporco ma felice di riabbracciare il congiunti. E’ stato ripulito e rifocillato poi, come detto, ha ricevuto la telefonata di benvenuto del sindaco.

 

Ai responsabili del centro d’accoglienza ha raccontato di essere scappato da Siracusa perché temeva che la pratica del suo trasferimento si fosse definitivamente arenata. Dopo aver vagato un paio di giorni è riuscito a salire su un treno diretto a Roma. Poi Orte, Viterbo e, infine, in autostop, Tessennano. Una settimana di viaggio, con pochissimi soldi in tasca, senza cellulare.




Facebook Twitter Rss