ANNO 25 n° 88
Lunedì le controanalisi del Politecnico
La Asl ha chiesto alle aziende di consegnare campioni dei materiali in lavorazione
20/06/2015 - 11:03

CIVITA CASTELLANA - S'avvicina il giorno della controprova sulla presenza di amianto nel feldspato, una delle materie prime usate negli impasti ceramici per la produzione di sanitari. Entro lunedì saranno resi noti i risultati delle analisi in corso presso il Politecnico di Torino. La presenza della pericolosissima sostanza nel minerale estratto in Sardegna e stoccato a Gallese scalo, nell'impianto di proprietà della Minerali Industriali srl, posto sotto sequestro della Procura delle Repubblica di Viterbo, è stata riscontrata alcuni giorni fa dal laboratorio del Centro regionale Amianto della Asl, che ha sede proprio a Civita Castellana.

 

Qualora il Politecnico dovesse confermare la contaminazione, la Minerali Industriali si troverebbe nella necessità di smaltire, con l’ausilio di aziende autorizzate, tonnellate di feldspato. Stessa operazione dovrebbero farla le ceramiche con i residui di lavorazione degli impasti. Un’operazione, soprattutto la prima, che richiederà diversi mesi, oltre a una considerevole spesa.

 

La presenza di amianto nel feldspato non è emersa da un'indagine giudiziaria, ma da un campione di minerale consegnato dall'azienda al Servizio di prevenzione, igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro della Asl per i controlli di routine. La contaminazione d'amianto è stata quindi un vero e proprio fulmine al ciel sereno, che ha creato allarme in tutta la catena di produzione dei sanitari, in cui sono coinvolti otto comuni e migliaia di lavoratori. Senza contare l’indotto.

 

La Minerali Industriali, già dal 15 giugno, per garantire la prosecuzione dell'attività, ha iniziato a fornire agli stabilimenti del distretto del feldspato assolutamente incontaminato. Intanto proseguono gli accertamenti da parte della Asl. Ieri pomeriggio, il Servizio di prevenzione, igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro, ha inviato un’email a tutte le aziende invitandole a consegnare i campioni degli impasti in loro possesso al fine di verificare l’eventuale presenza di amianto. ''Già oggi - spiega Giuseppe Crea, direttore di Federlazio –, quasi tutti i nostri associati hanno provveduto. Segno dell’assoluta collaborazione che gli imprenditori stanno assicurando alle autorità incaricate dei controlli''.

 

Infine, è quasi totalmente rientrato il timore che le aziende non potessero commercializzare i sanitari ammassati nei magazzini. La legge italiana, infatti, vieta la lavorazione e la vendita di qualsiasi materiale contenente amianto. Ma come ha spiegato la Asl nella nota inviata alle aziende del comparto ceramico di Civita Castellana, ''la problematica non interessa il materiale cotto poiché la temperatura superiore ai 1100 gradi in cui avviene il processo provoca una trasformazione cristallo-chimica con vetrificazione che rende non più pericoloso il manufatto''.




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