ANNO 25 n° 89
Meroi: ''Finisco qui, non mi ricandido''
L'ultimo presidente eletto fa il bilancio del suo mandato e dà consigli al centrodestra
15/03/2015 - 13:30

VITERBO - Marcello Meroi non ha nessuna intenzione di ricandidarsi per il centrodestra a Palazzo Gentili. Passerà alla storia come l’ultimo presidente eletto dalla gente, ora si balla secondo regole diverse: quelle fissate dalla riforma Delrio. Dopo cinque anni in via Saffi ne ha viste e vissute di tutti i colori: un ente preso a schiaffi dalle decisioni centrali, ma anche un centrodestra andato in pezzi e diventato uno ''scannatoio'' politico. Lo abbiamo intervistato.

 

Non si ricandida, perché?

 

''Perché per fare politica occorrono tre condizioni: la condivisione di un programma nazionale e locale, una struttura in grado di realizzarlo e la voglia. Non ho più nulla di tutto ciò. Mi è passata anche la voglia, sono quaranta anni che sono in politica e mi costa dirlo ma è la verità''.

 

Un bilancio su questi cinque anni a Palazzo Gentili?

 

''Poco positivo, per tutta una serie di ragioni. Le province sono state svendute per dare l’impressione che si può risparmiare sui costi della politica. Siamo arrivati così a una riforma indecente, che si rivelerà un boomerang anche sul piano dei costi. Sul piano politico anche qui, inutile nascondere la polvere sotto al tappeto, le cose non sono andate bene. Il centrodestra si è sfaldato, non è stato capace in questi anni di fare sintesi e non abbiamo dato certo un’immagine positiva. Sul piano amministrativo invece posso dire che, nonostante tutte le difficoltà, siamo una delle poche province in Italia che non ha sforato il patto di stabilità e abbiamo mantenuto i livelli occupazionali. Stiamo infatti lavorando anche per i precari''.

 

Cosa pensa della riforma Delrio?

 

''Una schifezza, una roba indecente. Ma non è un mio giudizio isolato, è il pensiero dell’Upi (Unione Province Italiane n.d.r.) di cui faccio parte. Condiviso da amministratori di centrodestra e centrosinistra. Il meccanismo attivato porta maggiori costi e non risparmi. E’ una riforma scritta da chi non conosce la realtà dell’amministrazione italiana''.

 

Si mette quindi fuori dai giochi, esce anche dai partiti?

 

''Ho avuto per tanti anni una tessera di partito. In questo momento non ci sono condizioni che mi fanno pensare di iscrivermi a una qualche forza politica. Potrei partecipare con curiosità a un progetto che punti alla costruzione di una confederazione del centrodestra. Penso che continuare a massacrarci, come è stato fatto in questi anni, rappresenti un suicidio politico. Guardo con attenzione all'azione di Matteo Salvini''.

 

Un consiglio al centrodestra per le provinciali?

 

''Utilizzare questa occasione per tornare a essere un gruppo, per mettere in piedi una cabina di regia. Oggi non ci si capisce nulla. Abbiamo regalato Viterbo al centrosinistra per colpe tutte nostre, bisogna ritrovare l’unità per rimediare almeno a quell’errore''.




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