ANNO 25 n° 89
Ordinanza annullata, chiesta revoca anticipata della misura cautelare
L’avvocato Marco Russo: ''Ho presentato un’altra istanza per chiedere scarcerazione, ma credo che i giudici del Riesame attenderanno l’udienza”
09/07/2013 - 04:00

VITERBO – (ale. ser.) Questione di tempo, probabilmente, per la rimessa in libertà dei cinquantanove arrestati nell’ambito del maxi blitz antidroga “Drum”.

Mentre due indagati non sono ancora stati rintracciati, le sorelle Simona e Santina Cherubini e l’ex cognata Luisa Fratini venerdì scorso sono tornate nelle loro rispettive abitazioni, dopo che il tribunale del Riesame, accogliendo il ricorso dell’avvocato Marco Russo, aveva di fatto annullato l’ordinanza di custodia cautelare.

“Patologie di massima” e “carenza assoluta di motivazione”. Così i giudici romani sul provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Viterbo Salvatore Fanti. (Il sostituto titolare del fascicolo è Renzo Petroselli).

L’udienza al Riesame si era svolta il 5 luglio scorso e, in serata, era arrivato il pronunciamento del collegio. La prossima seduta è prevista per l’11 luglio, giovedì prossimo. Ed è altamente possibile “che il provvedimento venga esteso a tutti gli altri indagati”, aveva spiegato l’avvocato Russo, primo a presentare il ricorso per le sue assistite, manifestando “soddisfazione per la decisione del Riesame”.

Il legale viterbese, in effetti, si era detto “fermamente convinto che l’ordinanza fosse viziata”. Per questo “la nostra richiesta era finalizzata ad ottenere l’annullamento dell’intero provvedimento e non la valutazione delle singole posizioni”.

Giusto ieri mattina, inoltre, Russo ha presentato un’altra istanza per chiedere “la revoca anticipata della misura cautelare. Ma “credo che, come avvenuto già in passato, i giudici preferiranno attendere l’udienza”.

Fu sempre Russo, a cavallo tra l’ottobre ed il novembre scorso, il primo a presentare ricorso al tribunale della Libertà circa un’altra grossa inchiesta: “Genio e sregolatezza”, quella sulla tangentopoli degli appalti pubblici. Anche in quella circostanza ottenne l’annullamento dell’ordinanza emessa dal gip Franca Marinelli e i dodici indagati tornarono in libertà. La motivazione del Riesame, tuttavia, era un’altra: “vizio di forma” ma non di sostanza. Tant’è che il collegio capitolino si spaccò con due giudici favorevoli all’annullamento ed uno contrario.

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