ANNO 25 n° 111
osservatore romano - A Codadilupo: per la vita e per la morte
>>>>>>>>>>>>>>>>>dall'osservatore romano<<<<<<<<<<<<<<<<<
25/07/2011 - 18:14

                                      dall'osservatore romano

Durissimo e chiaro il giudizio di Codadilupo sulla recente approvazione alla Camera del disegno di legge (che tornerà al Senato) sul Testamento biologico, sull’adempimento, cioè, della volontà “espressa e certificata, di chi, in piena coscienza, abbia lasciato scritto che, nel caso in cui dovesse venire a trovarsi in stato vegetativo permanente, rifiuta, ora per allora, qualunque forma di cura, comprese l’alimentazione e l’idratazione forzate”.

Una volontà che non può non derivare dalla consapevolezza della diversità della vita umana da quella vegetale e dall’intento di evitare a quanti con essa entrano in relazione di intrattenere un rapporto nel quale sia clinicamente definita la mancanza di corrispondenza, per un irreversibile stato di incomunicabilità incosciente.

Alla Camera, infatti, potrebbe essere stata sottovalutata la sacralità che è propria dei diritti naturali, i quali non sono espropriabili da alcuno che non sia l’imponderabile intervento della Divinità – per chi crede – o del caso che fa la storia – per chi non ha fede. Men che meno da 278 deputati per mettere quella volontà in secondo piano rispetto all’accertamento medico della fine delle attività cerebrali: in sostanza, la spina si può staccare, ma solo dopo che uno è morto.

Il giudizio di Codadilupo sulla legge è, perciò, drastico: canaglia, blasfema, vigliacca e assurda, fa “carta straccia” della volontà personale e costringe i più deboli e indifesi a rimanere “attaccati alla spina” contro la loro volontà, con le famiglie, tantissime, che assistono congiunti gravemente malati senza i necessari sostegni finanziari e assistenziali.

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Nei tristi giorni della storia terminale di Manuela Englaro, quando il governo cercò il plauso delle gerarchie cattoliche per le sue scelte di allora che preparavano quelle attuali, venne da ripensare a quanto cambiato fosse, in questa seconda repubblica, il rapporto tra Vaticano e Stato, tra Chiesa e Politica.

Quelle descritte da Codadilupo sono vicende, infatti, che non si possono risolvere con interventi di tipo legislativo ed è stato giustamente osservato: “chissà quante di queste situazioni si sono chiuse nel silenzio nel corso degli anni, quando le famiglie avevano la capacità di affrontare la vita e la morte, in una continuità con i piccoli che nascevano e i vecchi che se ne andavano”.

C’era allora una cultura cristiana vissuta nel concreto che aiutava a risolvere questioni di così alta drammaticità.

Ma oggi la politica e i politici sono più piccoli e, per farsi perdonare, fanno la voce grossa su argomenti dai quali dovrebbero essere più distaccati. E questo val bene uno strazio terribile per moribondo e parenti o un costoso viaggio all’estero, quando il desiderio di avere un figlio deve fare i conti, in Italia, con una legge sulla fecondazione assistita la quale comporta, per chi cerca la maternità, ostacoli e umiliazioni. Ed anche il rischio della vita, sebbene all’insegna della sua difesa.



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