ANNO 25 n° 106
Credito, scontro Palombella-banche
Ferindo Palombella, Camera di Commercio: ''Maggiori garanzie e interessi
a due cifre richiesti dalle banche frenano lo sviluppo delle imprese viterbes
11/03/2014 - 18:20

VITERBO - L’atteggiamento di prudenza assunto dalle banche locali in tempo di crisi non ha risparmiato la provincia di Viterbo. Secondo i dati relativi alle dinamiche di mercato del credito resi noti dal tredicesimo Rapporto sull’economia della Tuscia viterbese realizzato per la Camera di commercio di Viterbo, tra giugno 2012 e lo stesso mese del 2013 gli impieghi bancari alle imprese sono calati del 2%, con un aumento delle sofferenze del 14,3%, mentre i depositi sono cresciuti del 4,3% . BancaFinanza, mensile finanziario in questi giorni in edicola, ha condotto un’inchiesta sul rapporto banche-imprese nella provincia laziale per verificare quali iniziative sono state intraprese per contrastare e superare la crisi e sondare le opinioni dei rappresentati di categoria. 

Il presidente della Camera di Commercio Ferdinando Palombella ha espresso a BancaFinanza le sue riserve e preoccupazioni sull’operato delle banche del territorio: ''Negli ultimi anni il rapporto tra banche e imprese locali si è fortemente modificato, gli istituti di credito oggi prestano più attenzione all’erogazione dei fondi mettendo in seria difficoltà le nostre imprese. Le banche guardano più al mattone che alla progettualità delle aziende, un grosso problema per la nostra provincia dove la maggior parte delle imprese opera nel terziario. E nell’ultimo periodo anche il panorama dei confidi sta entrando in crisi, organismi in cui la Camera di Commercio crede molto, capaci di tutelare meglio le imprese avendo un rapporto preferenziale con le banche rispetto al singolo imprenditore''. 

Palombella rincara la dose evidenziando come le banche dovrebbero credere maggiormente nei progetti delle aziende e nei consorzi fidi puntando sull’imprenditoria giovanile per dare nuova linfa al sistema produttivo locale “Dai nostri studi emerge che, l’imprenditoria giovanile può rappresentare il volano dello sviluppo del sistema economico locale. Quella di Viterbo è una provincia dove l’imprenditoria è viva e frizzante, ha voglia di fare e di mettersi in gioco”.

Non la pensano così gli istituti di credito locali che sostengono di continuare a ''fare'' banca anche nei momenti più acuti della crisi, illustrando tutte le iniziative intraprese a sostegno del sistema imprenditoriale viterbese. 

''Nonostante le grandi problematiche legate al rating – ha detto a BancaFinanza Massimo Caporossi, direttore generale di Banca di Viterbo Credito Cooperativo – abbiano spinto il sistema del credito a chiudersi a riccio, per quanto riguarda le iniziative verso famiglie e privati la nostra banca ha dato la massima disponibiltà a rivalutare la possibilità di allungare i termini di pagamento delle rate, creando un modello ad hoc per la sospensione che va al di là dei parametri della normativa nazionale. E dopo un periodo di scetticismo della clientela rispetto al sistema bancario si comincia ad intravedere una ripresa anche nella richiesta dei mutui: Banca di Viterbo ha lanciato sei mesi fa un platform pari a 10 milioni di euro per facilitare la sottoscrizione di mutui prima casa a tassi agevolati''. 

''In questi anni di crisi – ha spiegato a BancaFinanza Rosario Saraconi, direttore territoriale per Viterbo del gruppo Ubi Banca – il Banco si è fatto promotore di tutte le iniziative tese a sostenere le famiglie e le imprese in difficoltà attraverso intese categoriali, costituzione di appositi platform per le Pmi, sospensione rate mutui, emissione di social bond e altro ancora''.

E sugli impietosi numeri espressi dalla indagine della Camera di Commercio in merito a credito ridotto ed eccessiva prudenza rispetto alla concessione dei finanziamenti alle imprese, Saraconi ha detto: ''Una banca è solo un intermediario: se non ha approvvigionamenti non può erogare credito ed è suo dovere selezionare a chi concederlo''.

Simile la posizione di Caporossi che a BancaFinanza ha spiegato che ''una banca che si definisca locale ha il diritto-dovere di selezionare il credito in maniera importante, soprattutto se è un istituto bancario con dimensioni limitate. Noi sosteniamo solo le imprese che riteniamo possano avere un futuro''.




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