ANNO 25 n° 109
Daniel Suelo, l'uomo che vive senza soldi
20/04/2012 - 09:23

Tutto inizia nel 2000 quando Daniel Shellabarger decide di dire addio al denaro e al conto corrente, al documento d’identità, alla patente e persino al proprio nome, che da Shellabarger diventa semplicemente Suelo (terra in spagnolo). Ha 39 anni, viene da una buona famiglia cattolica e ha studiato all’università. Ora vive nelle grotte del deserto che circonda la città di Moab, nello Utah, e si nutre di ciò che trova in natura e persino degli animali uccisi dalle automobili (come riporta un articolo di Slate.fr). Ciononostante è rimasto membro attivo della sua comunità e gestisce persino un blog dal titolo zerocurrency (zerovaluta), il cui manifesto ideologico è Moneyless, Free World and Priceless (un mondo senza soldi, libero e senza prezzo).

IL VIL DENARO - Pecunia non olet, dicevano i latini, ma secondo Daniel Suelo l’affermazione non è affatto vera. Anzi, Suelo pensa che il denaro corrompa e generi infelicità, inquini i rapporti e falsi la percezione del mondo: «I soldi non hanno la capacità di rappresentare il presente, ma solo il passato (i debiti) o il futuro (i crediti)». Meglio dunque ritornare al baratto e alla natura, senza bisogno di soldi e di conti in banca. Il che non vuol dire essere fuori dal tempo, come testimonia la vita di Suelo che, pur snodandosi nelle grotte, è una vita connessa e tecnologica, passata anche a dialogare con il resto del mondo che cerca da lui delle risposte: «Piacerebbe anche a me ma una scelta simile, ma è compatibile con una famiglia?», «E come la metti con l’igiene?», «Come fai per gli occhiali o le cure dentistiche?», «Sei un estremista e credi che il denaro sia il diavolo?».

UNA CORRENTE DI PENSIERO – La teoria di un mondo moneyless affascina del resto più di una persona nell’era di internet e la quota di economisti e teorici che hanno ipotizzato una realtà senza l’intermediazione dei soldi inizia a essere significativa. Basta guardare all’ultimo rapporto del Pew Research Center, che denuncia una voglia crescente di fare a meno di questi pezzi carta simbolici, destinati a seguire le sorti della macchina da scrivere o di altri oggetti obsoleti sulla via del tramonto. Il titolo è molto esplicito: «Il futuro dei soldi nell’era della mobilità». In sostanza, come osservato da uno studio degli esperti della Elon University e dell’Internet & American Life Project del Pew Research Center, la sicurezza, la convenienza e gli altri benefici del portafogli mobile manderanno in pensione le vecchie banconote. E il concetto di denaro cambierà e sfumerà.

Il professore di Harvard Susan Crawford è una dei tanti sostenitori del pensiero moneyless, convinta che non esista nulla di più immaginario e persino di più demodé dei soldi. Questa corrente di pensiero ha trovato un suo fondamento anche nel modello di business celebrato da Jeremy Rifkin nel 2000 che, indagando le prossime frontiere del capitalismo, parlava già allora di era dell’accesso al posto dell’era del possesso.

ABBANDONA IL DENARO – Mercoledì scorso era il Quit money day e un’intera comunità invitava anche solo per un giorno a lasciare a casa il portafogli. Proprio come fece tempo fa Daniel Suelo, moderno eremita la cui scelta di vita inizia a fare proseliti. Mark Sundeen, autore della sua biografia in «The Man Who Quit Money» riflette infatti su quanto questa filosofia, specie in tempi di crisi, stia diventando un’alternativa di vita. E quando il calore delle caverne raggiunge livelli intollerabili, nel periodo estivo, Suelo parte per andare in visita agli amici: «Non ho idea di cosa mi riservi il futuro, e non mi interessa neppure», dichiara l’uomo senza soldi, sottolineando che la vita affrancata dalla schiavitù del denaro e del possesso regala la capacità eccezionale di vivere nel presente, senza doversi proiettare sempre indietro o avanti.

LA CASA-CAVERNA - La sua casa-caverna dista un'ora dalla città di Moab. Misura 5 metri per 1,50 di altezza, e contiene quasi esclusivamente riso, fagioli e libri. Si lava al torrente e si veste con indumenti reperiti in un bidone della spazzatura. Chi lo conosce bene sostiene di non aver mia visto una persona così felice e serena. E lui che non giudica le scelte degli altri (e anzi in un certo senso benedice gli sprechi altrui che gli danno qualche fonte di sostentamento) continua a dichiarare di aver trovato nella vita il proprio modo di esistere. E di credere fermamente nel cerchio della natura.

corriere.it




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