ANNO 25 n° 74
''Ecco come abbiamo portato alla luce
la tomba della principessa bambina''
La sfida ai tombaroli, gli oggetti preziosi, la nuova campagna di scavi
Il direttore del parco Carlo Casi racconta l'eccezionale scoperta di Vulci
10/03/2016 - 10:40

MONTALTO DI CASTRO - Per ''Experience Etruria'', un filmato di animazione in 3D che racconta i luoghi più belli e affascinanti dell’Etruria, gli ideatori del progetto hanno pensato di realizzare, grazie al supporto degli strumenti tecnologici, una vera e propria ragazza etrusca, ribattezzata Ati, che avesse in sé tutte le caratteristiche principali di una giovane appartenente all’antico popolo, a partire dall’abbigliamento. Se loro hanno potuto ricrearla solo grazie al supporto del 3D, al Parco di Vulci un nutrito gruppo di archeologi, guidati dal direttore scientifico del parco Carlo Casi, ha invece potuto osservare con i propri occhi una vera tomba contenente i resti umani e il corredo di una principessa etrusca.

 

Qui le immagini dello scarabeo d'oro e degli altri tesori scoperti

 

La scoperta è di quelle che lasciano a bocca aperta e attirano attenzione e curiosità. Ossa umane appartenenti a una giovane etrusca di circa 13-14 anni, questa la presunta età stabilita dagli esperti, definita ''principessa'' perché certamente appartenete a una famiglia dell’aristocrazia etrusca vulcente. Il dato è facilmente intuibile grazie alla studio sul corredo rinvenuto all’interno della tomba: vasi, oggetti vari e soprattutto gioielli preziosi, probabilmente frutto di un regalo. ''I tesori ritrovati erano stati presumibilmente sepolti nella tomba all’interno di uno scrigno di legno. – racconta Carlo Casi a Viterbonews24 – Siamo riusciti a rinvenire alcuni resti di decorazioni in bronzo probabilmente applicate proprio su questo scrigno di legno. Le ossa della principessa, invece, erano avvolte in una tela, forse decorata con borchiette in bronzo, certamente anch’essa molto preziosa''. Una scoperta di straordinaria rilevanza per una sepoltura antichissima, risalente alla fine del VIII secolo a.c.

 

Ma lo scavo che ha riportato alla luce i tesori contenuti nella sepoltura di Vulci acquisisce ancor più valore se si pensa che quest’ultima è stata salvata dallo sciacallaggio dei tombaroli, pronti ad appropriarsi degli oggetti di grande valore che conteneva: ''I tombaroli sono arrivati prima che iniziassimo gli scavi ma non hanno fatto in tempo a portare a termine il loro piano. Infatti, a scavo ultimato abbiamo trovato il corredo assolutamente intatto'' conferma il direttore Casi.

 

Ma come riescono questi scavatori abusivi a individuare i punti esatti in cui mettere a segno il colpo? A rispondere è sempre il direttore del parco naturalistico archeologico di Vulci: ''Be', in primo luogo, la tomba della principessa si trova nel bel mezzo della necropoli etrusca, dunque è estremamente alta la possibilità di rinvenire qualche tesoro custodito sotto terra. Inoltre, i tombaroli usano solitamente un sistema arcaico ma molto preciso che consiste nell’esaminare i vari cambiamenti nel terreno attraverso uno spillone in ferro. Questo permette loro di capire cosa ci sia sotto il suolo e, in base a quanto rilevato, agiscono''.

 

Che questa straordinaria scoperta possa essere solo un piccolo antipasto di quello che succederà nei prossimi mesi proprio a Vulci? Per Carlo Casi è certo: ''Dobbiamo considerare che ci troviamo proprio nel cuore della necropoli di Vulci, dunque la zona può certamente nascondere davvero molti tesori che aspettano solo di essere svelati al mondo. A tal proposito, - prosegue Casi – il 4 aprile inaugureremo un’importante e ricca stagione di scavi archeologici, eseguiti anche con il contributo di università italiane e straniere. Gli scavi, che proseguiranno per diversi mesi, interesseranno ovviamente la zona in cui è stata scoperta la tomba della principessa, ma anche molte altre, fino ad arrivare al porto. Un vasto territorio sarà dunque oggetto di questo ambizioso progetto''. Progetto che, come annunciato dalla soprintendente della Regione Lazio Alfonsina Russo, ''consentirà di aprire una nuova pagina per l’archeologia etrusca'' e che certamente saprà regalarci molte altre ''etrusche'' sorprese.




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