ANNO 25 n° 116
''Ghettizzato nostro figlio disabile''
La denuncia dei genitori: ''Gli sono stati tagliati due giorni di lavoro su tre ed è costretto a recarsi in ufficio solo il sabato: se questo è inserimento...''
06/11/2013 - 04:01

ACQUAPENDENTE - Si è visto all'improvviso tagliare due giorni di lavoro su tre e, oltre tutto, dovrà recarsi in ufficio, nel comune di Acquapendente, solo il sabato mattina, quanto il municipio è chiuso al pubblico. Ad essere stato relegato in questa sorta di ''ghetto'', che la famiglia non esita a definire un vera vera e propria discriminazione, un giovane di 33 anni, disabile al 100%, che fino a qualche tempo fa, in virtù di un progetto del Servizio disabile adulto della Asl di Viterbo (un'attività socio-sanitaria finalizzata all'inserimento sociale di utenti con più di 18 anni di età affetti da patologie neuro-motorie e disabilità mentale), lavorava tre giorni la settimana.

''Fino all'altro ieri - dicono i genitori - non avevamo ricevuto né alcuna comunicazione né alcuna spiegazione - dicono i genitori -, sappiamo solo che da quando nostro figlio ha saputo che avrebbe dovuto lavorare solo il sabato mattina è caduto in uno stato di profonda prostrazione''.

L'inattesa novità, infatti, è stata comunicata al giovane, con la spiegazione che l'ufficio in cui lavorava gli altri due giorni, utilizzando il computer, facendo fotocopie e altre mansioni, non era più disponibile perché destinato ad altre non meglio specificate funzioni.

A detta dei familiari, non sarebbe la prima volta che lo stesso disabile viene fatto oggetto di discriminazioni: già alcuni anni fa subì un trattamento analogo. I genitori e il diretto interessato però si ribellarono riuscendo, dopo un lungo braccio di ferro, a far rispettare il diritto che ritenevano leso.

Ora, il giovane, come riferiscono la madre e il padre, è in preda a uno stato di prostrazione, vieppiù causato proprio da coloro che avrebbero il compito istituzionale di fornirgli ''prestazioni sanitarie di rilevanza sociale finalizzate alla prevenzione, rimozione e contenimento, della disabilità, promuovendo il miglioramento della qualità della vita''. In questo caso, quindi, l'effetto sortito sarebbe esattamente il contrario.

Ma la faccenda è destinata ad avere una lunga coda. Velenosa come tutte le code. I genitori del giovane disabile, infatti, sono intenzionati presentare un esposto alla magistratura affinché accerti se, nel trattamento riservato al figlio siano ravvisabili fatti e comportamenti penalmente rilevanti.

In genere, l'attività del Servizio disabile adulto si volge in collaborazione con le amministrazioni locali. Vengono elaborati dei progetti d'inserimento sociale a favore di persone disabili, che possono così accedere ad esperienze lavorative commisurate alle loro possibilità. Progetti che vengono finanziati con appositi fondi messi a disposizione degli enti o delle Asl.




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