ANNO 25 n° 117
Il carabiniere respinge tutte le accuse
Interrogato dal Gip il brigadiere dell'Arma agli arresti domiciliari da cinque giorni
05/08/2015 - 09:07

CASTIGLIONE IN TEVERINA - Ha risposto alle domande del gip Francesco Rigato e ha rintuzzato punto su punto le contestazioni che gli sono state rivolte. Il brigadiere dei carabinieri, ieri mattina, per oltre un'ora, ha rigettato con forza l'accusa di violenza sessuale ai danni di un giovane di venti anni del quale, secondo l'accusa, si sarebbe invaghito e si è proclamato innocente. Violenze sessuali che avrebbe commesso abusando del suo ruolo e praticando una vera e propria persecuzione nei confronti del ragazzo. Da qui la contestazione di altri gravi reati: dallo stalking all'abuso d'ufficio, dalle minacce alla rivelazione di segreti d'ufficio. Reato quest'ultimo che avrebbe commesso per ''ingraziarsi'' il 20enne, avvisandolo che stava per ricevere dei controlli da parte della forestale e degli stessi carabinieri.

 

I presunti abusi sessuali, secondo la denuncia presentata dal ragazzo, sarebbero iniziati circa quattro anni fa e sarebbero avvenuti sia all'interno della caserma di Castiglione in Teverina, dove veniva continuamente convocato dal brigadiere con pretesti, e all'esterno. Il carabiniere, davanti al gip, ha sostenuto che le convocazioni servivano per fare luce su alcuni fatti che gli erano stati riferiti sul conto del ragazzo ed erano finalizzati esclusivamente a verificarne la veridicità.

 

Al termine dell'interrogatorio di garanzia, il difensore del militare ha chiesto la revoca degli arresti domiciliari. Il magistrato deciderà nelle prossime ore. Nel frattempo, però, il comando dell'Arma, come stabilisce il regolamento, lo sospenderà dal servizio fino al termine del processo.

 

La presunta doppia personalità del militare è emersa dalle indagini condotte dai suoi stessi colleghi. Sono stati proprio loro a scoprire il grande flusso di telefonate e la miriade di sms inviati dal brigadiere al ragazzo. Poi sono partite le intercettazioni telefoniche che avrebbero fatto scattare il provvedimento restrittivo. Dalle indagini sarebbe anche emerso che le convocazioni del 20enne avvenivano sempre quando in caserma non c'era nessun altro carabiniere. Una volta entrato, il giovane avrebbe subito le attenzioni morbose del brigadiere.

 

Insomma, due versioni completamente opposte quelle della presunta vittima e del militare, finora stimato da tutti a Castiglione in Teverina, dove prestava servizio da alcuni anni e dove si era trasferito con la sua famiglia.




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