ANNO 25 n° 109
Inflitti tre anni e mezzo ai banditi
I due malviventi che rapinarono 189mila euro alla Carivit di Bassano Romano
condannati per un altro colpo messo a segno nel 2014 in provincia di Grosseto
02/10/2015 - 20:02

GROSSETO – Sono stati condannati a tre anni e mezzo ciascuno, con lo sconto di un terzo sulla pena in conseguenza della scelta del rito abbreviato, i due rapinatori che, il 30 aprile dell'anno scorso rapinarono l'agenzia del Monte dei Paschi di Siena, a Sticciano Scalo, in provincia di Grosseto, portando via un bottino di circa 40mila euro. Gli stessi rapinatori che, tre mesi dopo, spacciandosi per finanzieri ma con un terzo complice, hanno preso d’assalto la filiale Carivit di Bassano Romano: un colpo record di quasi 200mila euro.

 

Si tratta di Antonio De Muzio, 50 anni, di Foggia, e Giuseppe Vella, 53 anni, di Palermo, dapprima arrestati a settembre dai carabinieri di Viterbo, nell’ambito dell’operazione Point Break, e poi riconosciuti autori anche del colpo a Sticciano, scoperti perché gli abiti che indossavano sono spuntati fuori in seguito alla perquisizione domiciliare effettuata nelle loro rispettive abitazioni, a Roma e a Ladispoli. Entrambi pregiudicati, a novembre 2014 erano stati arrestati su esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Marco Belisari e finiti ai domiciliari, poi, assistiti dall’avvocato Palazzo di Roma e Mesiano di Civitavecchia, al processo di fronte al giudice Valeria Montesarchio, che si è svolto l’altro giorno a Grosseto, sono stati condannati a tre anni e mezzo. Per quanto riguarda la rapina di Bassano, per la quale dovranno rispondere anche di sequestro di persona, usurpazione di titoli, detenzione di arma modificata e munizionamento da guerra, invece, il processo non è ancora iniziato.

 

Due colpi da veri professionisti, studiati a tavolino, prestando attenzione ai minimi dettagli, come, nella rapina a Bassano, calarsi alla perfezione nel ruolo di finanzieri e usare il silicone sui polpastrelli per nascondere le impronte digitali e dimostrando grande sangue freddo. Era il 30 luglio scorso quando i tre (il terzo, tra l’altro fratello di Vella, è stato preso un paio di giorni dopo, ndr), intorno all’ora di pranzo, spacciandosi per finanzieri, e quindi a volto scoperto, hanno fatto irruzione nella filiale di via Leonardo Da Vinci, nel pieno centro di Bassano Romano. Hanno spiegato ai dipendenti che dovevano effettuare un controllo di natura finanziaria e hanno apposto un cartello con scritto ''chiuso'' fuori la porta della banca. Hanno poi trattenuto i dipendenti per circa un’ora e mezza, il tempo necessario per consentire al sistema dell’apertura temporalizzata della cassaforte e si sono dileguati a bordo di un’auto rubata dipinta proprio come quella della guardia di finanza con un bottino di circa189mila euro. Ma gli investigatori sono stati più bravi di loro: grazie all’incessante attività investigativa dei carabinieri dei reparti speciali del comando provinciale di Viterbo e delle Compagnie di Bassano e di Ronciglione, i due sono stati identificati e arrestati in meno di due mesi, partendo dalla corrispondenza tra le caratteristiche antropometriche e l'inflessione dialettale, ripetuti servizi di osservazione e pedinamento e poi, attraverso l’esame e l’analisi dei tabulati telefonici.




Facebook Twitter Rss