di Orlando Pierini
FABRICA DI ROMA - Nel viterbese sono il 25% i comuni che hanno aumentato l’aliquota dello 0,4% e che pertanto dovranno pretendere dai cittadini il pagamento della mini-Imu.
La prima domanda che ci si pone è: “Perché il 25% sì e l’altro 75% no?”. Ed ancora: “I Comuni coinvolti nella mini-Imu sono da considerare più virtuosi o più spendaccioni? I loro cittadini devono sentirsi più fortunati o più penalizzati?”.
L’ovvietà delle presumibili risposte ci deve indurre ad una più attenta riflessione facendo appello alla logica aristotelica. Il filosofo greco, considerato l’ideatore del sillogismo, a tal proposito affermava che, per giungere ad una verità (conclusione) incontrovertibile, occorre che sia preceduta da due ipotesi altrettanto vere.
Esempio:
tutti gli uomini sono mortali (prima ipotesi vera);
Socrate è un uomo (seconda ipotesi vera);
Socrate è mortale (conclusione vera).
La sinteticità dell’esposizione e l’apparente banalità dell’esempio, non devono far supporre che il sillogismo sia privo di regole rigorose e di processi complessi .
Addivenire alla verità è pur sempre un’impresa ardua. Si veda il secondo esempio:
le acciughe fanno bere e ri-bere (prima ipotesi vera);
bere e ri-bere fa passare la sete (seconda ipotesi vera);
le acciughe fanno passare la sete (conclusione falsa).
Dove sta l’errore?
Applichiamo ora il sillogismo alla mini-Imu:
le tasse migliorano la qualità della vita;
la mini-Imu è una tasa;
la mini-Imu migliora la vita.
Giusto o sbagliato?