ANNO 25 n° 111
L'omicida di Elena condannato a 30 anni
La pubblica accusa ne aveva chiesti 18; la difesa: ''Pronti al ricorso in appello''
24/10/2015 - 11:29

VITERBO – È stato condannato a trent’anni Gheorghe Dimitri, il 41enne reo confesso dell’omicidio della compagna Elena Spingu, avvenuto il 22 settembre dello scorso anno. Il giudice Stefano Pepe non ha ammesso la perizia psichiatrica sull’imputato chiesta dalla difesa e, partendo dall’ergastolo, l’ha condannato al massimo della pena prevista, diminuita solo per il rito abbreviato. La pubblica accusa, invece, rappresentata dalla dottoressa Paola Conti in sostituzione del pm Stefano D’Arma, ne aveva chiesti 18, ritenendo le attenuanti generiche equivalenti sull’aggravante della gelosia come futile motivo contestata dalla difesa e perciò, stabilita la pena base in 27 anni l’ha ridotta di un terzo, sempre in virtù dell’abbreviato.

 

Un verdetto che ha quindi lasciato amareggiato l’avvocato dell’imputato, Serena Celestini. Anche per non aver ottenuto la perizia sul suo assistito, nonostante una certificazione dello psichiatra di parte attestasse un forte disturbo della personalità, definita quasi borderline. Perizia che, se invece fosse stata accolta, l’avrebbe portata a chiedere il rito abbreviato condizionato con la nomina di un consulente tecnico d’ufficio. Delusione, poi, anche per la pena in sé, a fronte anche della richiesta della procura della Repubblica. Ora, dopo aver preso visione delle motivazioni della sentenza, che arriveranno fra 15 giorni, l’avvocato Celestini avrà un mese di tempo per presentare il ricorso in appello.

 

I fatti risalgono alla sera del 22 settembre di un anno fa. E proprio da quella sera, quella del brutale omicidio di Elena, il bracciante è rinchiuso in carcere dove continua a non darsi pace per la reazione inconsulta verso la compagna con cui divideva, da circa un paio di mesi, l’appartamento al civico 31 di via Giannini, a Canino. Sono le 22,30 circa quando Dimitri rientra a casa e trova Elena sul letto. Pare che lei avesse da poco ricevuto un sms da parte dell'ex marito e così iniziano a discutere fino a quando l’uomo perde la testa: va in cucina, prende un coltello e la colpisce ripetutamente al petto, al collo e al viso. Almeno 7 i fendenti che raggiungono e uccidono Elena. E proprio mentre lei è agonizzante, riversa sul letto, il 41enne ha il primo momento di ravvedimento e chiama soccorsi e carabinieri. A cui, senza neanche specificare chi fosse e dove si trovasse, avrebbe solo ripetuto, in evidente stato di alterazione, ''Ho fatto un casino''. Confessa tutto subito ai militari e poi al gip Francesco Rigato, che poi convalida il fermo. Un omicidio d’impeto per il quale ora è stato condannato a 30 anni.




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