ANNO 25 n° 117
Negati i domiciliari a Sabato Battaglia
La decisione dei giudici del Riesame: il 22enne resta nella struttura top secret
03/11/2015 - 11:53

VITERBO – Sabato Francesco Louis Battaglia resta nella struttura top secret. I giudici del Riesame hanno rigettato la richiesta dei domiciliari in sostituzione del carcere. La decisione è arrivata ieri, lunedì, dopo diversi rinvii, per una serie di documenti mancanti, tra cui i verbali dell’interrogatorio, e, poi, il mancato prelevamento del detenuto da parte degli organi penitenziari. Battaglia, che dopo il periodo trascorso in isolamento presso il carcere di Mammagialla da circa una settimana è stato trasferito in una struttura top secret, è accusato di omicidio volontario per aver causato la morte di Federico Venzi, 43 anni, romano, residente a Caprarola, durante una lite. La difesa, rappresentata dall’avvocato del foro di Roma Vito Castronuovo, aveva impugnato l’ordinanza del gip Stefano Pepe con cui era stato convalidato l’arresto e la conferma del carcere, ma il ricorso, come detto, è stato rigettato.

 

È l’alba di domenica 27 settembre. Battaglia, 22 anni, e la sua fidanzata Lorella Colman, poi accusata di favoreggiamento e omissione di soccorso insieme ad altri due amici del ragazzo, incrociano nei pressi della rotonda dell’Ipercoop, al Riello, Venzi, insieme a un amico di origine marocchina. Tra i due nasce una lite violenta che sfocia poi con la morte del 43enne, avvenuta un paio d'ore dopo, all'ospedale di Belcolle. Le tracce di sangue portano i carabinieri direttamente a casa di Battaglia. Lì, ancora sporco di sangue, viene prelevato e portato in caserma. Di fronte ai militari e poi al gip, dichiara di aver sì picchiato Venzi ma non con l’intenzione di ucciderlo: per legittima difesa. Venzi, evidentemente ubriaco, a detta del 22enne, aveva pesantemente molestato la sua fidanzata.

 

Ma la versione di quest’ultima è diversa. La Coleman, nel ripercorrere i momenti di quella sera, ha dichiarato che la vittima e l’amico si erano avvicinati a loro dopo averla vista in terra, con Battaglia chino sopra di lei, pensando a un’aggressione e chiedendo loro se serviva aiuto. A quel punto, poi, la coppia avrebbe iniziato ad allontanarsi, sempre a piedi. Dopo aver notato però che la vittima e l’amico li stavano seguendo, allora Battaglia avrebbe reagito a suon di pugni uccidendo il 43enne romano.

 

I primi risultati dell’autopsia, eseguita dal medico legale Maria Rosaria Aromatario, avrebbero confermato la morte del 43enne per le lesioni cerebrali causate dai pugni e dai calci ricevuti, anche mentre era disteso a terra, pressoché esanime. Da qui l’accusa di omicidio volontario e, al termine dell’interrogatorio di garanzia, la conferma del carcere. La difesa di Battaglia aveva chiesto la sostituzione del carcere con gli arresti domiciliari, richiesta che prima il gip Pepe, poi i giudici capitolini, hanno rigettato.




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