ANNO 25 n° 89
No del Gip alla richiesta d'archiviazione
Nuova perizia sulla morte di Leo Sonno
Il bimbo di 3 anni deceduto poco dopo le dimissioni dall'ospedale di Tarquinia
02/06/2015 - 11:05

MONTALTO DI CASTRO – Non sarà archiviata l’inchiesta sulla morte di Leonardo Sonno, il bambino di tre anni residente a Pescia Romana, trovato morto dai genitori nel suo lettino poche ore dopo che era stato visitato e dimesso dall’ospedale di Tarquinia. Il Gip del tribunale di Civitavecchia Paola Petti ha rigettato la richiesta d'archiviazione del pubblico ministero Bianca Maria Cotronei disponendo una nuova perizia, se necessario collegiale, per accertare il tipo d’infezione contratta dal bimbo, che gli aveva provocato una febbre altissima, nonché se i medici che l’hanno avuto in cura nell’ospedale di Tarquinia gli hanno prestato tutte le cure del caso.

 

Secondo il magistrato ha definito la perizia del consulente del Pm, alla base della richiesta d’archiviazione, ''non è esaustiva rispetto a numerosi aspetti'', inoltre ''non risultava espletato un esame neurologico''. In pratica il Gip ha accolto le richieste dei genitori del bambino, rappresentati dall’avvocato Pier Salvatore Maruccio.

 

Intorno alle 7,30 del mattino del 22 marzo 2014, il padre di Leonardo, Filippo, trovò il bambino morto nel suo lettino. Era freddo e rigido, quindi il decesso risaliva a due-tre ore prima. La sera precedente, alle 21,30, si erano accorti che aveva la febbre altissima, vicina ai 40 gradi. Allarmati, i genitori lo trasportarono in auto all’ospedale di Tarquinia, dove fu visitato e gli venne diagnosticata una sindrome influenzale. Il bambino fu tenuto alcune ore in osservazione e, alle 3,30 fu dimesso. Se la febbre fosse tornata ad alzarsi, fu il consiglio dei medici, un po’ di tachipirina e riposo.

 

Superato lo sgomento per l’improvvisa morte del figlio, la madre Valentina e il padre Filippo Sonno presentarono un esposto alla procura della Repubblica di Civitavecchia, competente per territorio. Il pubblico ministero Bianca Maria Cotronei dispose l’autopsia. Le conclusioni del medico legale furono perentorie: “Il bambino sarebbe morto anche se fosse stato ricoverato, giacché aveva contratto una meningite batterica fulminante”. Si tratta della cosiddetta sindrome di Waterhouse – Friderichsen, una forma rara e micidiale proprio perché si propaga in modo rapidissimo e l’esito è sempre mortale.

 

Preso atto degli esiti della perizia, il pubblico ministero, il 28 maggio scorso, ha chiesto al giudice per le indagini preliminari l’archiviazione del procedimento penale per omicidio colposo a carico dei due medici che ebbero in cura Leonardo: Alberto Falesiedi e Simone Bosi. Il legale dei genitori del bimbo si è opposto ed ha chiesto ulteriori approfondimenti. Il Gip si è riservato e, ieri, ha depositato la sua decisione: no all’archiviazione ed esecuzione di una nuova perizia. Gli accertamenti tecnici disposti dal magistrato dovranno essere eseguiti entro novanta giorni.




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