ANNO 25 n° 110
Raffica di tentativi a Vetralla
Solo ieri registrati tre casi: il racconto del nipote di una delle vittime
29/08/2015 - 13:34

VETRALLA - Truffe agli anziani, raffica di tentativi nel Vetrallese. Solo nella giornata di ieri almeno tre casi, fortunatamente tutti andati male. Il nipote di una delle vittime, che però non è caduta fino in fondo nella rete tessuta dai malviventi, racconta la dinamica.

 

''Tutto parte con una telefonata a casa dei nonni a metà mattina. Dicono di essere dell’ospedale e comunicano che ho avuto un incidente e mi trovo ricoverato a Belcolle – racconta il nipote della signora -. La prima telefonata finisce così. Passano poche decine di minuti e squilla di nuovo il telefono. Questa volta si presenta come un avvocato dell’assicurazione. Conferma che ho avuto un incidente, aggiunge che sono stato io a causarlo e che sono ricoverato in ospedale e non posso parlare. Quindi inizia a dire che servono 3.500 euro per evitarmi guai seri, perché risulto scoperto dalla polizza assicurativa''.

 

Mentre la signora è sempre più terrorizzata il sedicente avvocato rincara la dose: ''Sappiamo che suo nipote è un bravo ragazzo, ma adesso dovranno fargli i test antidroga e antialcol. Rischia insomma di finire male e quasi sicuramente potrebbe scattare il penale''.

 

Quindi la domanda a bruciapelo: ''Signora, quanto ci mette a pagare?''. La nonna sconvolta e presa dal panico dice a quello che crede essere un avvocato che le serve giusto il tempo di prepararsi e andare in banca. A questo punto l’avvocato le fissa un orario e un posto: via Dante Alighieri 55 a Viterbo. Via che tra l’altro nel capoluogo della Tuscia non esiste, perché al sommo poeta è stata intitolata una piazza.

 

La signora allerta il figlio, il padre del giovane. Questo smette di lavorare e corre verso Belcolle. Scatta un’altra telefonata. E’ sempre ''l’avvocato'' che dice alla signora che per fare prima arriverà direttamente a casa un addetto dell’assicurazione a prendere i soldi.

 

In un momento di lucidità la donna decide di chiamare l’assicurazione di famiglia e chiede se è vero che il nipote è scoperto. Le affermano il contrario, quindi capisce di essere finita in un tentativo di truffa. Chiama di nuovo il figlio e subito dopo i carabinieri.

 

Questi arrivano a casa della signora dove il presunto addetto dell’assicurazione non si presenterà mai, probabilmente perché in realtà i truffatori erano già appostati sotto casa della donna e all’arrivo dei carabinieri se ne sono andati.

 

''E’ una cosa vergognosa – dichiara il ragazzo -. Quando mia nonna mi ha chiamato e raccontato tutto ho stentato a crederci. Siamo andati poi in caserma insieme e lì c’erano altri due signori che stavano denunciando un fatto analogo. Sempre nella mattinata a sventare un altro tentativo di truffa era stato un cassiere della banca, insospettito da un prelievo anomalo di un anziano cliente. Ho deciso di raccontare tutto per evitare che altre persone vengano terrorizzate come successo a mia nonna o peggio finiscano per diventare vittime di queste truffe criminali''.




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