ANNO 25 n° 114
''Roccarespampani, 30 a rischio''
L'allarme di Cgil, Cisl e Uil: ''La Regione non trasferisce l'azienda al Comune
Orario del personale già ridotto. Se ne occupi il presidente della Provincia''
15/02/2016 - 10:28

MONTE ROMANO – L'azienda agricola di Roccarespampani – e con essa una trentina di lavoratori, tra fissi e stagionali – a rischio? E' il timore delle tre maggiori organizzazioni sindacali, e dei loro rappresentanti di categoria, che scrivono al presidente della Provincia Mauro Mazzola al quale sollecitano un incontro urgente.

 

''Riteniamo di vostro interesse, in qualità di rappresentante istituzionale del territorio, la risoluzione delle problematiche in atto tra il Comune di Monte Romano e la Regione Lazio riguardo la gestione dell'azienda che ha portato nei giorni scorsi, in occasione dell’incontro tenutosi al Comune di Monte Romano, alla comunicazione da parte del sindaco Maurizio Testa, che il perdurare della situazione di stallo causa difficoltà di programmazione per il futuro delle attività aziendali e determinerà una forte riduzione dell’orario di lavoro che interesserà tutto il personale attualmente l' impiegato – scrivono Venanzi per la Flai Cgil, Tomarelli per la Fai Cisl e Biagioli per la Uila Uil - A questa situazione si è giunti perché la gestione burocratica della Regione sui beni pubblici ha ad oggi impedito la firma del contratto per l’assegnazione al Comune di Monte Romano della tenuta agricola per i prossimi quindici anni da parte della Regione stessa. L’apparato dirigenziale di fatto disconosce la presenza dei quindici dipendenti a tempo indeterminato e degli stagionali – proseguono i sindacalisti - e ritiene che l’ente Regione può concedere in affitto al Comune solo i terreni della tenuta Roccarespampani e relativi uffici e infrastrutture. In sostanza la Regione dimentica che a suo tempo l’ex Pio istituto Santo Spirito trasferì al Comune di Monte Romano tutti i suoi possedimenti sul territorio comunale, tra cui l’azienda Roccarespampani, comprensiva dei 64 dipendenti fissi, allora in forza''.

 

Secondo Cgil, Cisl e Uil, insomma, la Regione avrebbe dimenticato – o comunque scarsamente considerato – i lavoratori: ''E' un atteggiamento che umilia il ruolo della forza lavoro, posizionandola all’ultimo posto dei valori di un’Azienda, di fatto blocca la possibilità di un futuro per questi lavoratori e le loro famiglie e impedisce al Comune di Monte Romano di poter pianificare le future attività aziendali anche in relazione ai nuovi bandi Psr (Piano sviluppo rurale), di imminente pubblicazione''. Di qui, la richiesta di un incontro a Mazzola e l'auspicio che parta una ''forte iniziativa congiunta tra sindacati, istitizioni e forze sane della società''.

 

La conclusione è affidata a Dino De Angelis, segretario organizzativo della Uila-Uil: ''Come tre sigle sindacali siamo molto preoccupati per la sorte della trentina di lavoratori oggi impegnati nell'azienda agricola, tra stagionali e fissi''.




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