ANNO 25 n° 110
Rsa, il Comune di Sutri imita Viterbo
Anche il Comune sulla Cassia ha pubblicato una delibera simile
a quella, contestatissima, del capoluogo. Una quindicina i pazienti residenti
16/11/2015 - 10:40

SUTRI – Che l'effetto domino sarebbe prima o poi esploso c'era da aspettarselo. Anche il Comune di Sutri, infatti, sull'esempio di quello di Viterbo, lo scorso 9 luglio ha adottato una delibera di giunta, la numero 69, che blocca la partecipazione dell'amministrazione nel pagamento delle rette Rsa per cittadini con Isee inferiore a 13mila euro. Il discorso è sempre lo stesso: la Regione Lazio ha tagliato i finanziamenti ai Comuni per l'annualità 2015, senza ancora stanziare i fondi previsti del 2014, rischiando così di mandare in dissesto le casse degli enti interessati. Dopo Viterbo, quindi, anche Sutri è corso ai ripari, scaricando però su pazienti, famiglie e strutture il peso insopportabile dei costi per il ricovero nelle residenze sanitarie assistenziali.

 

L'amministrazione comunale guidata dal sindaco Guido Cianti, firmatario della delibera sopra indicata insieme agli assessori/consigliere Stefano Proietti, Martina Salza, Ercole Fabrizi e Vincenzo Caccia, ha inoltre fatto sapere alle varie strutture in cui sono ricoverati una quindicina di pazienti residenti a Sutri, che provvederà a pagare per il 2015 una cifra pari al 20% della retta, lasciando il resto agli ospiti stessi e alle famiglie. Una comunicazione che però è stata inviata alle strutture non all'inizio del 2015 ma a fine ottobre scorso, cioè quasi alla fine dell'anno. Per tutta risposta le Rsa, che vantano crediti con gli enti pubblici ma che allo stesso tempo pur senza entrate devono mandare avanti le strutture con pazienti e personale, hanno replicato che non possono essere loro a farsi carico del problema, specie quando la vicenda interessa anziani e malati con redditi al di sotto delle soglie minime impossibilitati a pagare. È questo, per esempio, il caso di un paziente sutrino ricoverato in una Rsa nel capoluogo, con disabilità, che percepisce una pensione minima e non ha una famiglia in grado di provvedere alle spese per la sua degenza. Se il Comune non paga, la struttura non potrà farsene carico per sempre. Nè è pensabile che la scelta di non pagare l'annualità 2015 possa essere comunicata alla struttura quando l'anno ormai è quasi finito.

 

Anche nel caso di Sutri, così come accaduto per Viterbo, se il Comune continuerà a non fare la sua parte nonostante le prescrizioni della legge regionale 98/2007 siano chiare sul ruolo delle amministrazioni locali, il rischio è che i pazienti siano a breve giro di posta costretti a lasciare le strutture. Con ricadute assistenziali, sociali e occupazionali che è facile immaginare.

 

Intanto l'Aforsat, l'associazione dei familiari degli ospiti delle Rsa della Tuscia, fa sapere di non avere al momento alcun iscritto residente a Sutri. ''Ma se qualcuno in difficoltà chiederà il nostro aiuto – chiarisce il presidente dell'associazione, Maria Laura Calcagnini – noi saremo pronti a fare opposizione in tribunale anche al provvedimento del Comune di Sutri''. L'impressione è che continuando così, il ricorso contro il Comune di Viterbo sarà solo il primo di una lunga serie.




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