ANNO 25 n° 111
Sgominata la banda degli iPhone
Partivano da Viterbo e si recavano nella Capitale dove avevano innescato un giro di affari pari a 600mila euro rivendendo cellulari e pc di marca
12/07/2014 - 11:01

ROMA – Partivano da Viterbo in direzione della Capitale dove avevano dato vita a un borseggio organizzato. Nel mirino i prodotti hi tech del marchio Apple contenuti in borse e zaini di turisti e non solo. Ma nonostante il sistema infallibile con cui agivano queste gang di romeni e nordafricani, i militari sono riusciti ad ammanettarli e a porre fine all’organizzazione criminale che aveva una specie di base logistica a piazzale Flaminio, dove i borseggiatori consegnavano ai ricettatori i telefonini rubati nella metro.

L’operazione si è conclusa con tredici arresti, tra cui anche l’attore tv Alberto Gimignani, ora negli States per lavoro e noto per le serie come Un posto al sole, La Piovra e Il commissario Rex, che avrebbe prestato alla gang i suoi servizi di perito informatico. Per lui le accuse sono di riciclaggio e ricettazione. Quattro persone sono state sottoposte a obbligo di firma e una a obbligo di dimora.

La merce sequestrata conta 147 cellulari, di cui 47 iPhone e 50 Samsung, 45 restituiti, cinque computer e altrettante macchine fotografiche per un valore complessivo di oltre 45 mila euro. Invece il giro d’affari che avrebbe raggiunto l’organizzazione si aggirerebbe attorno ai 600 mila euro l’anno. Già perché i cellulari rubati, del valore di 700 euro, venivano poi venduti a 200 a un marocchino che, dopo averli fatti craccare, da Napoli, li spediva via nave in Marocco e Tunisia per piazzarli sul mercato locale al prezzo di 400 euro ciascuno.

Le indagini dei carabinieri della Compagnia Roma Centro sono scattate un anno fa. Dopo l’ennesimo arresto per borseggio di telefoni cellulari è emerso questo particolare della marca ricorrente, la Apple appunto, che ha acceso la lampadina e dato vita a controlli più serrati. E così la squadra di militari che si occupa di contrastare il fenomeno, che si sposta in metro e frequenta stazioni e bus, e ha scoperto dell’altro. Ad agire erano romeni, partivano da Viterbo o da Labaro, passavano al setaccio i soliti siti e al telefono ricevano informazioni sulla presenza dei carabinieri da un loro connazionale. Informazioni dettagliate, comprese le generalità dei militari, che ormai conoscevano bene.

Quando i romeni facevano bottino si recavano sempre nello stesso posto, a piazzale Flaminio, per incontrare un marocchino Redouane El Jabrani, 37 anni. Gli investigatori hanno iniziato così ad appostarsi per capire quel rituale. E hanno notato che il marocchino comprava la refurtiva. Un cellulare da 700 euro lo pagava 200. Poi anche lui prendeva contatto ed è qui che grande sorpresa si è risaliti al suo uomo, l’attore Alberto Gimignani. Pare che il nordafricano lo abbia conosciuto quasi per caso, navigando su Internet e leggendo un sito per la riparazione dei cellulari Apple, che volendo si potevano anche craccare, rendere come nuovi. Il 'mago' hi-tech Gimignani, dunque, stando alle carte, lui si infilava sulla home page di una ditta specilizzata in software e rigenerava l’apparecchio, pronto per essere riconsegnato al marocchino con un’altra Imei. El Jabrani metteva insieme il materiale rinnovato e via nave, lo spediva in Marocco e Tunisia per essere venduto al prezzo di 400 euro ciascuno. Un bel giro di affari. Per i carabinieri, pari a circa 600 mila euro l’anno.




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