ANNO 25 n° 120
Attivato il biglietto per visitare Civita di Bagnoregio
13/06/2013 - 04:00

Di Alessandra Pinna

VITERBO - Dopo due mesi, e non poche polemiche da parte di alcuni amministratori della Teverina, il pagamento del ticket per visitare Civita di Bagnoregio è stato introdotto.

Il provvedimento, già inserito nella pianificazione dei servizi approvata dal consiglio comunale, è stato varato dalla giunta guidata da Francesco Bigiotti con una delibera che prevedeva il dimezzamento del costo del biglietto, da tre a un euro e cinquanta centesimi. Pochi spiccioli, insomma, con lo scopo di salvaguardare l’antico borgo e reperire fondi soprattutto per arginare il pericolo di frane, causato dalla continua erosione dei due torrenti che si trovano nelle valli sottostanti.

L’iniziativa è partita ufficialmente sabato 8 giugno, e proseguirà in via sperimentale per i prossimi sei mesi. Per quanto riguarda il biglietto, sono previste riduzioni per gruppi e fasce di età e di gratuità per alcune categorie ma, a causa del dimezzamento del costo, non sarà più compresa, almeno per il momento, la visita al Museo Geologico e delle Frane come era stato anticipato dal sindaco.

Il ticket fa parte di un progetto più ampio che andrà a valorizzare le bellezze del paese natale di San Bonaventura, che prevede anche l’eliminazione delle barriere architettoniche grazie a un collegamento, tramite auto elettroniche, dal parcheggio fino all’ingresso del paese, attraversando tutto il lungo il ponte sospeso tra il calanchi e una serie di servizi per i 230mila turisti che ogni anno arrivano.

Allarme geologico – Oltre alle frane già attive da anni che ad ogni inverno si ampliano interessando settori sempre più estesi sui versanti, i geologi del museo delle frane hanno rilevato anche alcuni nuovi fenomeni negli ultimi mesi. “La fondamentale importanza di una costante opera di prevenzione – aveva affermato il direttore del museo, Tommaso Ponziani – è possibile solo attuando al più presto un monitoraggio diffuso su tutto il territorio. Intervenire troppo tardi vuol dire spendere tanto e rischiare danni irreparabili. Occorre lungimiranza e particolare accortezza nella gestione di un territorio così fragile che è al tempo stesso un patrimonio naturale, storico e culturale e una straordinaria risorsa turistica”.

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