ANNO 25 n° 120
Un biglietto da 3 euro per entrare nella ''Città che muore''
Il ricavato sarà utilizzato per effettuare dei lavori sulle frane
02/04/2013 - 12:41

VITERBO - Tre euro per visitare Civita di Bagnoregio. Pochi euro, il prezzo di tre caffè, per permettere al Comune di raccogliere i fondi necessari per salvaguardare l’antico borgo della Tuscia, conosciuto come il ‘’il paese che muore’’.

L’iniziativa del sindaco di Bagnoregio Francesco Bigiotti, nasce dalla forte preoccupazione dei gestori del ‘’museo geologico e delle frane’’ per i numerosi fenomeni di instabilità dei versanti del borgo e le zone circostanti.

Fenomeni che risultano essere in costante evoluzione e costituiscono in molti casi un rischio per Civita, come evidenziato nel “Bollettino geologico della Teverina”, pubblicazione divulgativa online, il cui prossimo numero uscirà a fine aprile (www.facebook.com/BollettinoGeologicoDellaTeverina).

Oltre alle frane già attive da anni che a ogni inverno si ampliano interessando settori sempre più estesi sui versanti, i geologi hanno rilevato anche alcuni nuovi fenomeni che si sono attivati negli ultimi mesi.

Questi eventi evidenziano con ricorrente drammaticità l’elevata rapidità, varietà e diffusione areale dei fenomeni erosivi, conseguenza naturale dell’interazione tra le caratteristiche geologiche e geomorfologiche e il regime delle precipitazioni, che rende questa zona tanto splendida quanto aspra per l’uomo.

“La fondamentale importanza di una costante opera di prevenzione – afferma il direttore del museo, Tommaso Ponziani – è possibile solo attuando al più presto un monitoraggio diffuso su tutto il territorio. Intervenire troppo tardi vuol dire spendere tanto e rischiare danni irreparabili. Occorre lungimiranza e particolare accortezza nella gestione di un territorio così fragile che è al tempo stesso un patrimonio naturale, storico e culturale e una straordinaria risorsa turistica”.

Giovanni Maria Di Buduo, uno dei geologi del Museo insiste sulla “necessità di un netto cambio di mentalità: si deve passare dall’intervento di emergenza alla cultura della prevenzione, che consiste nell’informare la cittadinanza, controllare il territorio, raccogliere dati, fare manutenzione e realizzare opere di stabilizzazione prima che si verifichino eventi molto estesi e veloci, che però purtroppo stanno già accadendo. Il nostro obiettivo è far diventare il museo un vero e proprio presidio territoriale, che possa svolgere tutte le attività che ho appena elencato”.

Gli altri geologi del museo, Andrea Di Cencio e Luca Costantini, illustrano alcuni esempi della situazione attuale e di cosa invece si dovrebbe fare: “sappiamo che la zona del ponte sarà stabilizzata con fondi regionali, ma in altre zone vi sono molti fenomeni in diversi stadi evolutivi su cui si deve intervenire prima che si verifichino danni più gravi. Ci sono fenomeni nuovi, - proseguono - come lo scorrimento sul versante nord di Civita ben visibile da Lubriano e il crollo sul versante sud che ha interrotto il sentiero per il tunnel, che devono essere monitorati e su cui si deve intervenire rapidamente, senza aspettare che i fenomeni si amplino. Anche lo stato di fratturazione dei tufi deve essere monitorato per poter intervenire prima che le fratture si propaghino eccessivamente esponendo al rischio di crollo case, strade e manufatti”.

I geologi si riferiscono tra l’altro alla spalla occidentale del ponticello medievale di fronte all’ingresso a Civita che presenta evidenze di rischio di crollo, alle scarpate di Contrada Carcere e alla zona del Belvedere di Bagnoregio (compresa la famosa Grotta di San Bonaventura), dove i sopralluoghi effettuati nel corso degli ultimi 10 mesi sembrano indicare che le fratture si stanno ampliando.

‘’Anche questo anno il trasferimento di fondi dallo Stato per il Comune subirà una ulteriore rilevante riduzione, afferma il sindaco Bigiotti - appare evidente come mai prima d’ora che Bagnoregio deve trovare autonomamente nuovi fondi che consentano di agire tempestivamente ed autonomamente. Occorre quindi intervenire e affrontare la situazione con risolutezza ed efficacia: tra pochi giorni sarà istituito l’ingresso a pagamento a Civita, - prosegue il sindaco - e i proventi potranno così essere usati per gli interventi più urgenti. Auspico che i cittadini ci sostengano in questa scelta e che i turisti comprendano che pagando un piccolo biglietto di ingresso a Civita daranno il loro importante contributo alla sua salvaguardia. Il biglietto sarà di 3 euro, ma con numerose categorie di riduzione per gruppi e fasce di età e di gratuità; nel biglietto di ingresso a Civita sarà compresa anche la visita al “Museo Geologico e delle Frane”, così che i visitatori potranno informarsi su quanto accade in questa area e su cosa si è fatto e cosa si sta facendo per affrontare la situazione. Con l’aiuto della Pro Loco –conclude Bigiotti - organizzeremo nel modo migliore l’accoglienza dei turisti, sfruttando i punti informativi che sono stati realizzati a Piazzale Battaglini e a Mercatello”.

Un’iniziativa quindi, che pur rischiando di essere criticata da cittadini e turisti, potrebbe rappresentare una svolta epocale per il borgo dopo secoli di lotta impari contro le frane.

 

 

Facebook Twitter Rss