ANNO 25 n° 115
Il carabiniere resta in carcere in attesa del pronunciamento del gip
29/06/2013 - 04:00

VITERBO – (ale.ser.) La sua posizione non sarebbe grave ma, intanto, la Procura gli contesta i reati di spaccio, falso e corruzione.

Interrogato ieri l’altro dal giudice per le indagini preliminari Salvatore Fanti, ed eccezionalmente dal sostituto Renzo Petroselli, Paolo Conio (39 anni) ha risposto in maniera puntuale negando ogni addebito circa i capi di imputazione di cui è accusato.

L’appuntato in servizio presso la Compagnia di Tuscania era stato arrestato all’alba del 25 giugno scorso nell’ambito della maxi retata dell’Arma che ha stroncato un traffico di droga a sei zeri (in euro!) snodato sulla tra Roma-Viterbo. Dietro le sbarre, in totale, sono finite quaranta persone, mentre a ventuno è stata concessa la detenzione domiciliare.

In carcere anche Alessandro Conio, fratello del carabiniere. “In alcune intercettazioni si fa confusione tra i due fratelli”, ha spiegato l’avvocato Flora Sinatora che ha presentato istanza di scarcerazione. “Non sussistono le esigenze di custodia cautelare”, ha detto.

Il pool inquirente, tuttavia, non ha dubbi: approfittando della sua posizione, il trentanovenne avrebbe passato notizie riservate al fratello e ad altri indagati e compiuto atti contrari ai doveri d’ufficio, ricevendo denaro in cambio dei suoi “favori” informativi.

Adesso l’appuntato, ristretto nel penitenziario viterbese, aspetta di conoscere la decisione del gip, che si pronuncerà dopo aver visionato il parere del piemme Petroselli.

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