ANNO 25 n° 116
Oggi Riesame per Oliviero Cherubini
L'ultimo componente della famiglia ritenuta al vertice dell’organizzazione ancora in carcere; confermata la custodia cautelare a quindici indagati romani
11/07/2013 - 04:00

VITERBO - “Vizio di forma”; “patologie di massima”; “carenza di motivazioni”. Così i giudici del tribunale del Riesame di Roma sull'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Salvatore Fanti.

Quella stessa ordinanza che ha portato gli uomini dell'Arma a smantellare un'organizzazione criminale finalizzata allo spaccio di droga sulla tratta Roma-Viterbo(e provincia) e composta da sessantuno indagati (più tre sorpresi in flagranza di reato durante il maxi blitz del 25 giugno).

La decisione del collegio capitolino di annullare l'ordinanza ha fatto scattare la corsa alle istanze di scarcerazione e il conto alla rovescia per la rimessa in libertà delle persone finite dietro le sbarre. Il primo a fare ricorso al tribunale della Libertà era stato l’avvocato Marco Russo, in qualità di legale di fiducia della famiglia Cherubini, proprietaria dell’agriturismo sulla strada Martana e di tre forni e, soprattutto, ritenuta dagli organi inquirenti al vertice del sodalizio criminoso. Venerdì mattina la discussione e, nel pomeriggio, le sorelle Simona e Santina Cherubini si sarebbero lasciate alle spalle la casa circondariale di Civitavecchia. Ieri pomeriggio sono state raggiunte dalla madre Maria Teresa Bartolacci per la quale, sempre Russo, lunedì aveva depositato la richiesta di revoca anticipata della misura cautelare, accolta dal gip Fanti.

Stesso iter per il capofamiglia Giuseppe Cherubini che, a differenza di moglie e figlie, era in regime di detenzione domiciliare per problemi di salute. “Lui resta comunque ristretto ai domiciliari – ha sottolineato Russo - per il provvedimento del 30 maggio scorso”.

Quando era stato arrestato, va detto, perché trovato in possesso di circa un chilo di stupefacenti. Era stato fermato dai carabinieri del Comando provinciale a bordo della sua auto, diretta verso l'ormai arcinoto agriturismo “Il Castellaccio”.  

Al momento, dunque, l'unico componente della famiglia a restare dietro le sbarre del penitenziario Mammagialla è il giovane Oliviero. “L’udienza al Riesame – ha anticipato l’avvocato Russo - è fissata per domani mattina (oggi per i lettori, ndr)”. Ed è altamente probabile che anche il 33enne torni a casa già in giornata. Stesso destino per gli altri indagati nei prossimi giorni, secondo Russo. “Ci sarà un effetto a cascata”, ha detto. 

Eppure, come si è visto in passato con un'altra grossa inchiesta sugli appalti truccati che coinvolse noti imprenditori e amministratori pubblici della Tuscia, il “vizio di forma” dell'ordinanza non significa che il quadro probatorio non sia solido. “In meno di un anno abbiamo sequestrato quattro chili di droga”, aveva spiegato il sostituto titolare del fascicolo Renzo Petroselli in sede di conferenza stampa. 

Non solo. E' notizia di queste ore che a quindici su ventotto indagati arrestati a Roma è stata confermata la custodia cautelare.  (Una sorta di paradosso se si considera che le posizioni più gravi, per gli inquirenti, sono proprio quelle dei personaggi viterbesi).

Restano da capire quali saranno le intenzioni della Procura viterbese: correggere il tiro (cioè l’ordinanza) o fare un passo indietro rispetto alla decisione del tribunale romano.

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