ANNO 25 n° 88
''Alti livelli di arsenico nel pane''
L'allarme dell'Istituto superiore di sanità e dell'ordine dei medici
12/04/2013 - 13:10

VITERBO - Livelli di arsenico alti nel pane e nei prodotti alimentari e concentrazione della sostanza nell'organismo dei viterbesi pari al doppio del resto del Paese. Questo l'allarme lanciato oggi dall'Istituto superiore di sanità con la collaborazione dell'ordine dei medici a seguito dei nuovi dati dello studio sullo stato di salute dei residenti di 16 comuni del Viterbese, 5 comuni della provincia di Latina e Roma.

Secondo il monitoraggio, a Viterbo e provincia, infatti,  la concentrazione della sostanza nell'organismo dei residenti è oltre il doppio rispetto a quella nella popolazione generale (200 nanogrammi contro 88). Maggiori concentrazioni sono state rilevate anche nei bambini. Le analisi sono state condotte su campioni di unghie e urine di 269 soggetti sani (da 1 a 88 anni di età) residenti nelle aree a rischio.

La salute dei cittadini però non è stata messa a rischio solo dall’acqua. Le analisi dell’Iss, come detto, rivelano alte concentrazioni della sostanza pericolosa anche nella catena alimentare, con livelli superiori ai limiti di legge nel pane prodotto nell'area del viterbese.

Per questo motivo il Codacons ha deciso di intervenire avviando una azione risarcitoria contro i Ministeri competenti e la Regione Lazio, volta a far ottenere ai gestori di esercizi commerciali che utilizzano l'acqua nella produzione di beni alimentari, il risarcimento dei danni subiti, fino ad un massimo di 1 milione di euro ad attività''.

“I rischi per la salute legati all’arsenico sono elevatissimi, al punto da portare oggi il Codacons a chiedere alle Asl territoriali di intervenire, disponendo la chiusura di quegli esercizi commerciali costretti ad utilizzare acque contaminate per la produzione di alimenti. – spiega il presidente Carlo Rienzi – Le attività come panetterie, ristoranti, bar, pasticcerie, ecc. operanti a Viterbo e nel Lazio non hanno alcuna colpa per la grave situazione così abbiamo deciso di intervenire''.

Un'emergenza da gestire secondo il responsabile dell'analisi del Iss, Francesco Cubadda. ''Il sistema si è attivato, no agli allarmismi: ora ci sono i dati per intervenire in maniera adeguata ed equilibrata. - ha sottolineato - Lo studio è la dimostrazione che il sistema si è attivato per condurre ricerche mirate per caratterizzare il rischio della popolazione, condizione essenziale per l'adozione di misure di tutela sanitaria adeguate ed equilibrate. L'esposizione - conclude Cubadda -  non equivale automaticamente a rischio per la salute, poichè vi è ancora incertezza sull'esistenza o meno di effetti dell'arsenico inorganico (sostanza presente negli alimenti) ai livelli espositivi misurati nelle province del Lazio interessate dallo studio''.

Tutte le famiglie e le attività commerciali di Viterbo e del Lazio danneggiate dall’acqua all’arsenico possono chiedere il risarcimento danni seguendo le istruzioni riportate sul sito www.codacons.it

 



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